Aleksandar Kolarov

(Gazzetta dello Sport – M. Cecchini) Il calcio dei violenti – in pensieri, parole, opere ed omissioni – non conosce momenti di sosta, e così Juan Jesus e Kolarov si sono ritrovati inaspettatamente nel mirino di alcuno pseudo-tifosi, che hanno compiuto un vero e proprio autogol a livello d’immagine.

Il difensore brasiliano infatti – oltre a ovvie critiche calcistiche – ieri ha trovato un messaggio sul suo profilo Instagram che recitava questi versi alati: “Brutto negro mongoloide, la prossima partita la vedi col cannocchiale. Per fermare Perisic ti ci voleva l’autovelox“. Parole che il brasiliano pare non abbia intenzione di perdonare, visto che ha deciso di denunciarne l’autore. “Vorrei lasciar perdere ma non posso – ha replicato sul suo account –. In un mondo pieno di preconcetti e guerre, se posso fare qualcosa per cambiare il futuro lo farò. Perché ho dei figli e non voglio un futuro con persone così brutte insieme a loro. BASTA”.

Meno legati alla stretta attualità, invece, sono i problemi che stanno toccando Kolarov. L’esterno giallorosso infatti – agli occhi di qualche tifoso evidentemente accecato dalla rivalità cittadina – paga ancora il fatto di aver giocato nella Lazio dal 2007 al 2010. Già la questione si era evidenziata al momento dell’acquisto dal City, ma l’onda lunga non si è fermata neppure nel dopo partita di Bergamo, all’esordio del campionato, nonostante il serbo abbia segnato il gol partita. Alcuni tifosi giallorossi, infatti, gli avevano riservato cori offensivi, che evidentemente hanno contagiato anche altri, tant’è che a Roma negli ultimi giorni sono apparse scritte di questo tenore: “Kolarov come Re Cecconi” e “Non dimentichiamo il tuo passato con quella lurida maglia. Ti auguriamo la stessa fine di Chinaglia. Kolarov bastardo laziale“.



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