AS ROMA NEWS JURIC – Una giornata, forse due, per capire il da farsi. Rintanandosi nel silenzio più assoluto. Aspettando il suo Torino, la squadra che ha allenato per tre anni. Sempre con un occhio al cellulare: perché le acque restano agitate. I Friedkin per ora non si muovono. Non parlano con nessuno. Né con Juric, né con il ds Ghisolfi. Niente esonero, niente rivoluzione. Ma attesa. Perchè quello che doveva essere un lunedì di divorzi, si è trasformato nel più strano dei day after. Il silenzio dopo i cinque gol (e l’umiliazione) incassata a Firenze.

Ivan Juric resta l’allenatore giallorosso, ma deve vincere. La fiducia del club è a tempo. Il clima che si respira a Roma resta pesante. Tutti a Trigoria conoscono le modalità di gestione della proprietà americana. Si è già vista con i precedenti allenatori. L’eventuale ribaltone ha i suoi tempi. Insomma, l’esonero di Juric resta un tema caldissimo per i Friedkin e fino a giovedì tutto ancora puó succedere. Per ora resta un lunedì surreale. Per tutto il giorno si è parlato di Maurizio Sarri, di Roberto Mancini e ovviamente di un ritorno in panchina di Daniele De Rossi. Nell’attesa di quel comunicato di licenziamento che alla fine non c’è stato.

A proposito di De Rossi, l’ex Capitan Futuro è ancora in vacanza a New York con la famiglia. Resterà negli Stati Uniti fino al prossimo 4 novembre. E fino ad oggi non c’è stata nessuna telefonata diretta dei Friedkin all’ex allenatore: gli americani che si sono presi altre 48 ore per decidere.

Se dovesse arrivare l’esonero, De Rossi resta l’opzione più concreta per una sostituzione di Juric. A patto che contestualmente arrivi un dirigente ad affiancarlo. Questa sarebbe la condizione richiesta dall’ex Capitan Futuro per un suo ritorno. Juric per tutto il giorno ha atteso eventuali decisioni. E così sarà anche oggi fino alla partita di giovedì contro il Torino. Come? Nell’unico modo possibile. Lavorando come se nulla fosse. Gestendo le scorie e gli strascichi di Firenze. Nello spogliatoio il confronto con i senatori c’è stato ed è stato forte. Da una parte l’allenatore, scioccato da quanto visto in campo («Stasera abbiamo buttato al cesso 40 giorni di lavoro», ha dichiarato nel post gara) dall’altra Gianluca Mancini, portavoce di un malessere sempre più crescente nello spogliatoio. L’uscita del croato della scorsa settimana sulla mancanza di mentalità ha lasciato strascichi.

Il gruppo non ha perdonato quelle parole all’allenatore. Juric voleva scuotere i calciatori per fare il salto di qualità dopo un mese di lavoro. Ma la prestazione del Franchi ha raccontato l’esatto contrario, con una squadra totalmente scarica di voglia e motivazioni. Capitan Pellegrini ci ha messo la faccia e la squadra ne ha parlato ieri con Juric e Ghisolfi durante la riunione tecnica. Avanti insieme come si può. In attesa che da Houston arrivi (o no) la telefonata che potrebbe cambiare tutto. Ancora una volta.



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