AS ROMA NEWS TORINO JURIC – I litigi aiutano a chiarirsi. E aiutano, soprattutto, a vincere. Dopo giorni di scontri anche pesanti nello spogliatoio, conseguenza del pesante ko di Firenze di domenica scorsa, la Roma fa pace con se stessa e con parte della tifoseria, scrive La Gazzetta dello Sport.
La squadra è viva e vince la partita dell’orgoglio: quello di una squadra che, senza i chiari di luna di alcuni protagonisti, riesce finalmente a riprendersi la copertina e a regalare un po’ di serenità proprio a Ivan Juric, il tecnico a rischio esonero prima del match che, in fondo ad una partita di grande intensità, salva la panchina e può anche sperare in un prosieguo di stagione senza più turbolenze (a patto che non si registrino altri clamorosi passi indietro): «Con prestazioni così possiamo riconquistare la fiducia dei tifosi, qualche volta i litigi ci vogliono, è vero: la batosta di Firenze è servita, ma questa vittoria non deve essere solo un lampo», dice a caldo il croato finalmente sorridente.
Già, un altro stato d’animo, quello dell’allenatore, dopo settimane dure, difficili. E il croato può godersi una serata lieta, con tre punti sul campo, rispondendo appunto anche a tutte quelle voci di un cambio imminente in panchina, circolate in settimana, con Roberto Mancini, Claudio Ranieri e Edin Terzic candidati a subentrargli.
Un pieno di fiducia nel momento più difficile: «Sono contento della risposta della squadra – spiega Juric nel dopo gara –, dopo Firenze era importante riprendere la strada giusta. Abbiamo fatto un’ottima partita contro una squadra difficile da affrontare. I ragazzi hanno svolto bene le due fasi, sia a livello di pressing che di gioco. In un momento così difficile, era importante farsi trovare pronti. Noi dobbiamo far sorridere i nostri tifosi, io ho sentito solo applausi. Ora dobbiamo essere concentrati sul pallone e non su altre cose. Sono molto soddisfatto della prova anche di chi è entrato a partita in corso».
I litigi, dunque, a volte aiutano, come del resto i giocolieri della Roma, ovvero Dybala, Baldanzi e Pisilli. Che sulla trequarti si sono trovati a meraviglia palla a terra: «Dybala ha dimostrato di essere un leader, un esempio, ad un certo punto era stanco e ho pensato di sostituirlo – aggiunge l’allenatore –. Nella prima mezz’ora ha comandato il gioco e ci ha fatto giocare bene. La soluzione del “falso nove” è andata bene, Paulo ha dimostrato di essere un grande uomo. Mi è piaciuta molto anche la prova di Le Fée e Kone: sono una bella coppia in mezzo perché Manu ha forza ed Enzo è intelligente a leggere le situazioni. Mi sono piaciuti con le loro diverse caratteristiche. L’esclusione dall’inizio di Pellegrini e Cristante? Si tratta di scelte tecniche, pensavo che Pisilli e Le Fée potessero fare meglio. Per me, comunque, tutti sono uguali e tutti possono giocare. Spero anche che Dovbyk possa tornare subito, spero di recuperarlo per Verona».
Proprio contro il Verona sarà un’altra sfida con una sua ex squadra. Che può dare continuità alla Roma rinsaldando ulteriormente la posizione del tecnico, che a tutti i suoi giocatori recapita in fondo ad una notte di svolta un messaggio chiaro, a scanso di equivoci: «Ora guai a fermarsi, già domenica dobbiamo continuare con questa intensità, cercando di migliorare nelle prestazioni e nel nostro calcio: questo è il nostro lavoro».
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