Dopo questo k.o. con la Roma, meritatissimo, tutto in teoria può succedere. Anche che giallorossi o Napoli siano campioni, vedi mai. Adesso siamo a 85-81-80, non “misure” ma punti in classifica di Juve, Roma e Napoli. In un eventuale arrivo alla pari, la Juve sarebbe in vantaggio su Sarri ma sotto con la Roma (per la differenza reti negli scontri diretti). Ad Allegri bastano tre punti, più facili con il Bologna che con il Crotone in media Champions nelle ultime 7 partite (17 punti).

Vince la Roma che è più solida, concreta e ha anche la forza di ribaltare il risultato: la Juve, se va in vantaggio, difficilmente poi cede. Era successo solo con l’Inter. Ma questa non è la vera Juve o, meglio, è la versione sbiadita dell’ultima Juve di campionato, già deconcentrata dalla Champions: dopo due pari di fila con Atalanta e Torino, ecco la sconfitta, la quinta stagionale.

È la Juve ad andare subito in gol con azione Sturaro (cross alla Dybala), Higuain (assist perfetto) e Lemina, complice il tempo sbagliato di Emerson. Sembra scudetto. Ma che andrà diversamente si vede appena 4’ dopo, con De Rossi che inchioda Buffon sull’1-1. La Juve s’illude di gestire, decidendo le pause e gli affondi, ma in realtà è il contrario. È la Roma a comandare: le concede il possesso palla e la costringe a stare alta, comprimendola in spazi nei quali soltanto Sturaro trova la forza d’infilarsi, vanamente però. La Roma ha chiuso il match nei primi 20’ della ripresa: con un diagonale maligno (e deviato) di El Shaarawy prima, con la gran botta di Nainggolan poi.

(Gazzetta dello Sport)



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