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Rassegna stampa

Kolarov 100: il suo futuro si chiama Roma

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NOTIZIE AS ROMA KOLAROV – Cento volte Roma, con tante gioie e qualche dolore. Domani, però, non potrà essere una giornata come le altre per Aleksandar Kolarov, l’uomo arrivato in giallorosso in mezzo alla bufera (per il suo passato alla Lazio) e oggi più che mai leader assoluto. Nel presente e forse anche nel futuro.

Già, perché se domani a Genova il terzino serbo taglierà il traguardo delle cento gare ufficiali con la Roma, entro giugno (probabilmente molto prima) bisognerà capire quale sarà il suo domani. Il contratto con la Roma scade proprio lì, tra otto mesi, ma l’impressione è che la sua storia con la Roma possa durare ancora a lungo.

All’Eur, infatti, stanno ragionando sull’offerta di prolungamento fino al 2021 o anche 2022, per poi coinvolgere il serbo anche in società. «Di certo finirò la carriera all’estero, non tornerò a giocare in Serbia», la sua ammissione di qualche giorno fa.

Cento presenze, dunque, un traguardo storico. Se non fosse altro perché quando l’ex d.s. Monchi, nel 2017 decise di portare Aleksandar a Roma le polemiche furono subito forti. Lui, spalle grosse e personalità da vendere, non se ne è mai fatto un cruccio, nonostante pochi mesi prima fossero girate anche delle parole d’affetto per la Lazio.

Quella stessa Lazio che lo aveva visto protagonista per tre anni (dal 2007 al 2010), prima di andare a vincere in Inghilterra, al Manchester City. In quei tre anni in biancoceleste Kolarov ha giocato in tutto 104 partite e anche qui il serbo è pronto a mettere presto la freccia, facendo diventare presto la Roma la squadra in cui ha giocato di più (Manchester City a parte, dove Aleksandar ha disputato 247 gare).

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Insomma, la Lazio è oramai nel cassetto dei ricordi. Tra l’altro, molto lontani. Basti pensare, ad esempio, alle sue esultanze quando le ha fatto gol sia nella scorsa stagione (su punizione) sia nel derby alla quarta giornata di questo campionato (su rigore).

In queste 99 partite Kolarov non solo si è dimostrato un giocatore forte, ma anche un vero leader. Soprattutto ora, che da questo punto di vista la Roma difetta un po’. Così a prendersi la squadra sulle spalle sono stati lui e Dzeko, uno dei suoi migliori amici. E non è un caso che proprio a loro due Fonseca non rinunci praticamente mai (domani sarà costretto a farlo con il bosniaco, ma solo a causa della frattura allo zigomo). Esattamente come al serbo non rinunciavano mai né Di Francesco né Ranieri.

In due anni e mezzo di Roma sono state solo tre le partite saltate per scelta tecnica, 4 quelle per infortunio e due per squalifica. Per il resto Aleksandar è andato sempre in campo, con un ruolino personale di 50 vittorie, 26 pareggi e 23 sconfitte. Ruolino che si completa con i 15 gol e i 16 assist. Meglio, appunto, ha fatto solo al City, dove è andato a segno 21 volte e prodotto 37 assist. Insomma, andando avanti di questo passo la Roma può diventare anche la squadra con cui ha segnato di più.

E con il nuovo sistema di gioco, Kolarov di fatto è il vero esterno d’attacco a sinistra, dove il trequartista di riferimento giova invece più dentro il campo. Dall’altra parte del campo, a destra, Kluivert invece giostra da ala e il terzino (domani probabilmente Spinazzola) resta più bloccato. Insomma, il vero tridente d’attacco domani a Marassi dovrebbe essere quello del K3: Kolarov-Kalinic-Kluivert, con il croato al centro dell’attacco al posto di Dzeko. E chissà che per festeggiare le cento gare Kolarov non si voglia fare un regalo speciale.

(Gazzetta dello Sport)

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FOTO: Credits by Shutterstock.com

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