Aleksandar Kolarov

Quelle braccia larghe in segno di pace verso il settore dei tifosi della Roma, una bella immagine, che racconta la festa dopo un gol e una proposta matrimonio verso un popolo che ancora non apprezza totalmente. Per la pace, insomma, c’è ancora tempo. Kolarov regala i tre punti ai giallorossi con una punizione furba, non una botta, appunto, alla Kolarov e i tifosi della Roma esultano, guardano il numero 11 con quelle braccia larghe. Senza contestarlo, senza disprezzarlo. Non un coro a favore né contro. Alla fine della partita, arriva quasi a scoppio ritardato la presa di posizione amara. Si sente, con lo stadio ormai semi vuoto, quello spicchio di tifosi della Roma ancora presenti nel settore ospiti, un coro contro Kolarov, ricordando proprio il suo passato laziale. Evidentemente quel passato laziale non si dimentica. O forse ci vorrà tempo perché ciò accada. Per adesso meglio non forzare la mano. I tifosi hanno scelto di non fischiare il calciatore durante la partita, ma solo alla fine. Del resto, il passato c’è: Kolarov è stato laziale, certo non di primo pelo, non aveva la sciarpa al collo, eppure a Roma è difficile metabolizzare il salto da una sponda all’altra del Tevere. Difficile per tanta gente, non per uno come lui che, a quanto pare, se ne frega ed è pronto ad allargare le braccia verso quelli che lo disprezzano. E fa il suo mestiere: giocando bene, segnando anche. Non gli succedeva in serie A dal 21 febbraio 2010, Palermo-Lazio 3-1. Per la pace vera con i tifosi della Roma, forse servirà, e non è detto, un gol nel derby. Per adesso Aleksandar non ci pensa, si gode i primi tre punti in giallorosso, firmati dal suo sinistro. «Era importantissimo vincere. Se pur soffrendo. La punizione maligna? Se la barriera non saltava, subivamo il contropiede. E’ andata bene».

REGISTA DI FASCIA – Kolarov fa un po’ il Maicon. Domina la fascia con la prepotenza, con il fisico, organizza il gioco, detta i tempo. Fa sentire agli avversari la sua esperienza. «Conosco il campionato italiano, Dzeko e De Rossi mi stanno dando una grande mano. Anche il mister mi ha dato fiducia. Le nostre avversarie sono forti ma noi siamo qui e lottiamo. Con l’Atalanta vittoria meritata: al di là del palo, i nostri avversari non hanno creato granché». Ora la Roma non va lasciata sola, serve qualche rinforzo. «Io lo spero. Sarebbe il benvenuto. La Roma è forte, ma dobbiamo migliorare nel gioco. Siamo solo all’inizio del percorso». Che comincia con una vittoria, gol di Kolarov. Braccia larghe.

(Il Messaggero – A. Angeloni)



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