Aleksandar Kolarov

(Corriere della Sera – G. Piacentini) Tre gol in quattro partite ufficiali. Se fosse lo score di Edin Dzeko non ci sarebbe da sorprendersi, invece è quello di Aleksandar Kolarov, che di professione fa il terzino e non l’attaccante. Suo il gol che ha consentito alla Roma di espugnare Bergamo alla prima giornata, una vittoria che vale oro alla luce della sconfitta con l’Inter, suoi i gol contro la Moldavia e l’Irlanda che stanno trascinando la Serbia al primo posto del girone nelle qualificazioni ai prossimi mondiali.

A 32 anni non ancora compiuti, l’ex terzino del City sta vivendo una seconda giovinezza. L’avventura a Manchester si è conclusa per sua volontà, visto che Guardiola lo avrebbe trattenuto volentieri e gli aveva affidato la fascia da capitano, perché è voluto tornare nel campionato in cui si è affermato, dieci anni fa, con la maglia della Lazio.

Proprio il suo passato gli ha creato qualche problema con entrambe le tifoserie, che gli hanno dedicato striscioni e scritte censurabili: quella biancoceleste non gli ha perdonato il tradimento, anche perché qualche settimana prima aveva dichiarato che sarebbe tornato volentieri alla Lazio, quella romanista gli ha rinfacciato il suo «peccato originale», cioè la sua militanza laziale. Lui non ha battuto ciglio: gli sono bastate due partite per conquistare almeno la sua attuale tifoseria, non rinnegando il passato ma rimanendo concentrato sul presente e sul futuro, che fino al 2020 sarà giallorosso.

È arrivato per cinque milioni di euro, la metà di quanto incassato dal Napoli per la cessione di Mario Rui: un piccolo capolavoro da parte del d.s. Monchi, un’operazione inizialmente sottovalutata ma che si sta rivelando tra le più azzeccate dell’ultimo mercato. Esterno mancino a tutta fascia, piede da centrocampista – per questo Guardiola lo ha schierato spesso al centro della difesa -, nelle prime due uscite è stato un punto di riferimento per i compagni con 185 palloni toccati, praticamente uno al minuto, e oltre 10 chilometri (10,424 contro l’Atalanta e 10,792 con l’Inter, meglio di lui solo Kevin Strootman) percorsi di media.

Il serbo, insomma, è una delle poche certezze in una difesa che deve ancora trovare il suo assetto definitivo. Lo troverà presto, visti i rientri imminenti di Bruno Peres e Karsdorp (ieri si sono allenati con il gruppo e dovrebbero essere convocati per Genova) e quello già avvenuto di Florenzi, che però giocherà esterno basso solo in caso di emergenza.

Altre buone notizie per Di Francesco arrivano dal Messico, con Hector Moreno in campo per novanta minuti contro il Costa Rica. «Manca poco al rientro», ha invece twittato ieri Emerson Palmieri: solo quando ci sarà anche lui, Kolarov potrà prendersi un meritato turno di riposo.



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