AS ROMA NEWS – Da che esiste il calcio lo spogliatoio è involucro di personalità, anime e culture diverse che per un fine unico rema dalla stessa parte. In teoria. La storia ha spesso raccontato altro. Tra invidie e gelosie, clan e ammutinamenti. La Roma è una famiglia, come si affrettano a ripetere i protagonisti ad ogni occasione, scrive La Repubblica.
Ma le segrete stanze di Trigoria non sembrano far eccezione alla storia del calcio. Lo spogliatoio ha come leader indiscusso Lorenzo Pellegrini, diventato capitano due anni fa quando Tiago Pinto tolse i galloni a Dzeko. Una leadership conquistata quasi per inerzia, dando seguito ad una tradizione non scritta del capitano romano e romanista. Fascia al braccio che, pochi mesi dopo, ha fatto rima con rinnovo a 6 milioni di euro l’anno. Il più alto della rosa.
Con Paulo Fonseca Pellegrini si è conquistato la Roma, con Mourinho l’ha portata a sé. Creando con gli altri italiani un gruppo molto unito e dominante nello spogliatoio. Un clan Azzurro formato da Mancini e Cristante, i due vice capitani, Spinazzola, El Shaarawy e Zaniolo. Il “fratellino” di Pellegrini, mal sopportato dal resto dello spogliatoio già da prima dell’ammutinamento. Gruppo cui si è aggiunto Belotti, sponsorizzato in estate come vice Abraham.
Sette calciatori, praticamente l’asse portante della Roma da diversi anni e per i prossimi a venire, visti i contratti pluriennali e milionari. Gli italiani sono i capi dello spogliatoio, seduti tutti vicini a Trigoria e compatti nel guidare il gruppo dentro e fuori dal campo. Una dinamica che Mourinho si è ritrovato e non ha voluto modificare. I giovani seguono l’allenatore e i consigli dei leader, con le influenze che ne derivano. In un clima cameratesco a volte inopportuno. Chiedere agli ex Felix e Viña per conferma.
Il resto della truppa fa un po’ da sé, poco interessato a modificare dinamiche ormai consolidate. Matic, l’uomo fidato di Mou, è il leader dell’altro gruppo con Wijnaldum e Dybala. Il serbo inoltre fa da chioccia a Tahirovic e per questioni di agenzia si porta dietro il secondo portiere Svilar. Più solitari, vista anche l’età, sono Smalling e Rui Patricio che però strizzano l’occhio al blocco anglofono formato anche da Abraham e Karsdorp. Ibanez segue Dybala che aveva scelto il giovane Viña come amico prima della cessione. Infine ci sono i nuovi acquisti, Camara, Celik e fino a poco fa Shomurodov, ai margini dello spogliatoio.
Un blocco italiano, esclusivamente di passaporto vista la marginalità a livello di Nazionale, che direziona umori e equilibri. E forse da troppe stagioni determina i risultati della Roma. Fatti di una Conference League in bacheca e quattro anni in bilico tra il settimo e il quinto posto in Serie A.
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