Radja Nainggolan

(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini) Turco sette bellezze, sinistro che bacia il palo e abbraccia la Champions. Cengiz la Sardegna non l’aveva mai vista. Gli resterà in testa il ricordo di un gol mangiato al minuto 13, lui maglia numero 17 che allora ti vengono in mente tutte le superstizioni del mondo. E invece, due giri di orologio dopo, sinistro da primario chirurgo nel miglior ospedale del mondo e Roma dimessa, paziente guarito, anzi, paziente pronto a staccare altri biglietti europei. Qui il totale fa il titolo: siamo a sette gol in tre mesi di campionato, perché la stagione di Under con la Roma è di fatto iniziata a febbraio.

La scommessa è vinta, Under da ballerino ora è un calciatore vero: “Dopo la sosta di gennaio sono diventato un’altra persona – ha detto l’attaccante –. Per questo devo ringraziare i miei compagni e l’allenatore, mi hanno aiutato in ogni situazione. Il futuro? Voglio continuare in questo modo, ma in testa ora ho solo il finale di stagione”.

E lo sa pure Radja Nainggolan, prima applaudito e poi fischiato nonostante qui abbia lasciato ottimi ricordi. “Ma mi godo i tre punti, io e i miei compagni sapevamo che non sarebbe stato semplice ottenere una vittoria qui – ha dichiarato –. Certo, un po’ mi dispiace per il Cagliari. Ma per noi la qualificazione Champions è troppo importante. Ci manca poco, ora c’è la Juventus. Sarà una battaglia per l’orgoglio”. E poi sarà tempo di parlare di futuro. Nainggolan resta uno dei giocatori intorno al quale la Roma può fare ragionamenti di mercato: “Patto per restare? Non sono io che devo rispondere, chiedete al nostro direttore, noi dobbiamo pensare solo a giocare”.



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