La partita non doveva essere una partita, ma un modo per accompagnare il Totti day: quasi i genoani fossero majorettes chiamati a fare da contorno. Invece la squadra di Juric ha rischiato di rovinare la festa alla Roma: c’è voluto un colpo di Perotti allo scadere per consegnare ai giallorossi la Champions. «Ed è giusto e bello così, mi piace che non ci abbiano regalato niente», dice De Rossi, che accusa: «Una volta in Italia era una vergogna, i verdetti erano decisi un mese prima della fine, la strada che ha tracciato il Genoa è corretta». Chissà se il sentimento della Roma sarebbe stato lo stesso senza quel 3-2 che ha allontanato la paura del presidente Pallotta: non avesse centrato la qualificazione diretta in Champions, programmare il futuro sarebbe stato ancora più complicato.
Il Genoa la partita l’ha preparata bene, i lanci lunghi a superare la linea difensiva giallorossa hanno creato molti problemi a Spalletti e generato il primo gol di Pietro Pellegri, classe 2001, un ragazzo senza timori che ha battuto il record di precocità stabilito appena sabato dallo juventino Kean, primo goleador nato in questo millennio.
La Roma ha pareggiato subito con Dzeko ma fino a un quarto d’ora dalla fine si è continuato sull’1-1 e i giallorossi di occasioni non ne hanno avute molte. Nemmeno il gol di De Rossi, in apparenza decisivo, ha placato il Genoa, che con Lazovic è andato a riprendersi il pareggio e poi ha perfino colpito un palo clamoroso, quello che avrebbe consegnato la Champions al Napoli. Infine, Perotti: ha salvato la Roma e la festa di Totti.
(Corriere della Sera – S. Agresti)
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