Kostas Manolas

(Il Tempo – E. Menghi) In ginocchio da te. Per te, Davide. Sulla linea che divide il campo da tutto il resto, con gli indici in alto e lo sguardo all’insù, Manolas ha dedicato il gol dell’1-0 al suo vecchio compagno Astori in un Olimpico surreale, ammutolito da una sofferenza tanto grande ma pronto ad esplodere per la seconda vittoria casalinga del 2018, la più sentita. La prima firma stagionale di De Rossi non poteva che arrivare adesso, lui che è sceso in campo con la faccia scavata dal dolore per la scomparsa del suo caro amico, le occhiaie pesanti impossibili da nascondere. E non c’era mica da esultare, chi si aspettava un gesto particolare dal capitano non lo conosce bene, lui che detesta mettere in piazza i sentimenti, le fotografie, i rapporti personali, lui che preferisce restare in silenzio, eppure quando parla si fa ascoltare, non poteva essere lui a guardare il cielo per ricordare Davide. Ma quella rete l’ha fatta anche per lui. Una dedica silenziosa ma ugualmente carica di emozioni, come quel lunghissimo minuto prima del fischio d’inizio. Romanisti e granata insieme, mischiati, abbracciati, tutti in riga e zitti, come succede di rado. Lo stadio muto, nessun rumore, niente da dire. Solo «Ciao Davide» scritto sugli striscioni qua e là sugli spalti, oltre che sulla patch commemorativa al braccio dei giocatori che la Lega ha distribuito a tutte le squadre, assieme alla clip in cui scorrono le immagini della carriera del capitano della Fiorentina col sottofondo in musica di Dalla.

La Roma ha voluto realizzare anche un video tutto suo, trasmesso sui maxischermi prima dell’ingresso in campo dei giocatori e accompagnato da un lungo applauso e dai cori della curva. «Ciao Astori, è stato bello averti con noi», una delle tante scritte in suo onore. La sua salma ieri è tornata a casa per la tumulazione. Non era un giorno qualunque. L’Olimpico era diverso dal solito, era la prima partita di Serie A che si giocava dopo l’accaduto e la doverosa sospensione del turno di campionato e si percepiva una strana sensazione, come se si stesse per rompere un silenzio sacro. Ma il calcio, la vita, tutto va avanti comunque e una vittoria nel segno di Astori era il miglior modo per ricominciare. Qui Davide non è mai riuscito a segnare, l’ha fatto una volta sola in giallorosso, a Udine, un colpo di testa sulla punizione di Totti. Quel giorno, il 6 gennaio del 2015, faceva coppia con Manolas, il superstite di quella difesa che per rendere omaggio al suo compagno di viaggio per una stagione ha fatto gol come lui, di testa, sotto la Sud. E pensare che a Firenze lo scorso novembre il greco era arrivato dove non era riuscito Astori e ne aveva approfittato per schiacciare in rete il 3-2. Stavolta la palla l’ha messa dentro per lui: «Ho dedicato il gol a Davide, era un ragazzo magnifico e ogni tanto dividevamo la camera. Eravamo tutti tristi, ma siamo professionisti e dobbiamo andare avanti». Avanti c’è la Champions: «L’obiettivo è entrare tra le prime 8 in Europa, abbiamo bisogno dei tifosi». La risposta è arrivata in anticipo ieri sera: se Pellegrini per festeggiare il tris è andato sotto la curva, la Sud ha ricambiato «entrando»in campo per suonare la carica in vista dello Shakhtar, con tutta la squadra a rapporto, squalificati compresi. Martedì servirà la Roma del secondo tempo per ribaltare il risultato, una testa magari un po’ più libera e un cuore grande così. Ieri, oggi e domani sarà sempre nel nome di Davide.



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