Ora non resta che sperare nella Corte d’Appello Federale, per non trasformare lo stupore in scandalo (o addirittura in complotto, come già si grida sui social) le sensazioni provate per la sentenza emessa dal giudice sportivo della serie A, che farà saltare a Strootman le gare con Milan e Juventus, dirette rivali della Roma. E’ soprattutto la motivazione che ha accompagnato la sentenza ad aprire un fronte sorprendente nell’ambito della giustizia sportiva. Perché se è vero che l’articolo 35 parla di simulazione che induce all’espulsione di un calciatore, è altrettanto vero, come d’altronde sostiene la Roma, che il rosso a Cataldi non è stato dato da Banti per la caduta del romanista ma per la strattonata da dietro all’olandese (che poi si lascia cadere, rialzandosi quasi subito) come d’altronde dice chiaramente la motivazione del turno di stop dato al laziale, decisione presa in base al referto dell’arbitro Banti, a cui è stato chiesto anche di integrare il referto. Se dunque la sentenza non venisse riformata, sarebbe un palese ampliamento dei confini della giustizia sportiva (fatto ancora una volta sulla pelle della Roma, come accadde con il caso Destro-Astori). Tutto questo mentre Lulic, le cui frasi offensive di stampo razzista non danno modo a nessuna interpretazione, sabato sera sarà regolarmente in campo.
(Il Messaggero)
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