Non c’è niente da fare. Viene da dire questo al termine della sfida scudetto dello Stadium: come da sei anni a questa parte vince la Juve, anche se stavolta non gioca affatto meglio.Anzi, per coraggio e dominio complessivo forse avrebbe meritato qualcosina in più la Roma, che salvo un avvio terribile si è battuta a testa alta tra mille acciacchi. La differenza alla fine la fa Higuain, l’uomo da 94 milioni di euro che sta decidendo il campionato colpendo sempre nei momenti topici: ha deciso la gara col Napoli, il derby e quella di ieri. La Juve vola così a +7 ed è già campione d’inverno, ora può concentrarsi sulla Supercoppa col Milan e rinvia l’appuntamento con la Serie A al 2017. La partita inizia con una sorpresa: c’è Gerson a destra nell’attacco giallorosso, scelta coraggiosa di Spalletti che finora lo aveva provato solo da regista. Esperimento fallito dopo 45’, a inizio ripresa c’è l’acciaccato Salah al posto del brasiliano. Che così è sostanzialmente «bruciato». Di là Allegri va sul sicuro: difesa a 4, un ottimo Sturaro a dar sostanza al centrocampo, Pjanic dietro Mandzukic e Higuain con Dybala tenuto in panchina insieme a Cuadrado e Barzagli. Passano gli anni, cambiano le squadre, ma l’avvio della Roma nello Stadium torinese è sempre un incubo. Juve subito a mille, giallorossi nervosi, De Rossi becca il giallo per fallo su Pjanic. È il preludio al vantaggio bianconero: DDR non può fermare Higuain, Manolas chiude tardi e per il Pipita il gol, comunque bellissimo, è servito su un piatto d’argento.
La botta a freddo dopo neppure 14 minuti sveglia la Roma, che trascinata da Nainggolan tira sula testa. Un’occasione per il Ninja, un’altra clamorosa per Manolas sugli sviluppi di un angolo, si va al riposo con qualche speranza in più. E il secondo tempo è molto più giallorosso che bianconero, nonostante Spalletti perda un pezzo dietro l’altro: De Rossi e Manolas escono per infortunio, idem Pjanic nella Juve, Nainggolan la gioca tutta ma zoppicando. Col passare dei minuti la Roma prende coraggio e guadagna metri, Allegri si affida a Cuadrado e solo nel finale a Dybala ma la partita la prova a fare la squadra di Spalletti. Si resta in bilico fino al 94’ anche grazie a due super parate di Szczesny su Sturaro (migliore dei padroni di casa insieme a Higuain ed è tutto dire) nelle uniche vere occasioni di marca juventina della ripresa, entrambe su ripartenze nelle praterie che la Roma è costretta a lasciare. Nell’area opposta Buffon trema a più riprese: Fazio non riesce a buttarla dentro in un’altra mischia, Perotti calcia debolmente, Manolas non c’arriva di un soffio, El Shaarawy, entrato per De Rossi, la manda a lato. Nel finale c’è pure Bruno Peres per tentare un assalto vano. Arriva così la settima sconfitta della Roma su sette gare giocate in questo stadio maledetto. La botta è pesante, mai come ieri, però, ha dato l’impressione di aver raggiunto il livello della capolista. Sette punti sono tanti, non ancora troppi. E il Milan resta dietro.
(Il Tempo – A. Austini)
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