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Rassegna stampa

La finale vale 111 milioni

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(Il Tempo – E. Menghi) La Roma fa 100 col record d’incassi. Stavolta sì, l’Olimpico sold out farà registrare il boom che col Barcellona non c’è stato perché il settore ospiti era mezzo vuoto, dei 60 mila spettatori presenti domani sera allo stadio 5 mila saranno inglesi e il tutto esaurito farà schizzare l’entrata dal botteghino a oltre 5 milioni di euro. Un incasso che supera di gran lunga il primato detenuto dalla gara con il Bayern Monaco ai gironi del 2014 (3.722.563 euro), e non solo. Sarà il più alto in assoluto per una squa- dra italiana, il picco raggiunto da Inter-Juventus (5.2) di sabato scorso sarà subito sor- passato, stando alle stime di Roma-Liverpool, che potrebbe addirittura sfiorare i 5.5 milioni di euro. Questa cifra monstre farà lievitare i ricavi da Champions del club di Pallotta, che dopo la gita di due giorni in Toscana tornerà nella capitale per assistere a una partita da 100 milioni di euro: 94.424.000 li aveva già in tasca grazie ai premi ottenuti per la qualificazione alla coppa e i vari turni passati, i diritti tv distribuiti secondo i parametri del «market pool» e, dulcis in fundo, il botteghino, che ora regala ai giallorossi la cifra tonda.

L’accesso alla semifinale è valso da solo 7.5 milioni di euro, 11 ne arriverebbero in caso di finale, ma alzando il trofeo se ne aggiungerebbero altri 4.5. Volando in là col pensiero, si dovrebbe ricalcolare anche la fetta dei diritti tv, perché oltre alla quota di 19.425 incassata nella prima parte, c’è la seconda da 55.5 da suddividere in base al numero di match disputa- ti nel torneo e andare avanti con la Juve fuori dai quarti significa aumentare i guada- gni di almeno un altro mi- lioncino. La finale vale mini- mo 111 milioni di euro, il sogno trofeo più di 116. A Kiev l’eventuale pezzo di sta- dio riservato ai tifosi romani- sti sarebbe di circa 17 mila posti, ma al club in questo caso non spetterebbero i ri- cavi da botteghino.

L’importante è arrivarci, per il prestigio e per le casse, che non avranno paura dell’occhio dell’Uefa quest’estate: il boom dei ricavi ottenuto con l’ottimo, e forse inaspettato, cammino in Europa, insieme alla ces- sione di Palmieri al Chelsea nella finestra invernale, dovrebbe bastare per chiudere il bilancio nel rispetto dei pa- rametri del Fair Play Finan- ziario. Senza quegli addii frettolosi a giugno che condi- zionano l’operato del diesse Monchi, intenzionato a blin- dare Alisson e i gioiellini del- la Roma, che adesso sì se lo può permettere.



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