Francesco Totti a 41 anni in pensione? «No. Assolutamente no». Dipendesse da Elsa Fornero – la mamma della riforma pensionistica varata dal Governo Monti che è costata sacrifici (e qualche imprecazione) a parecchi italiani – ad appendere le scarpe al chiodo il Pupone non ci dovrebbe pensare neppure per un attimo. Sarà che l’idea di pensionare persone «giovani» alla Fornero non è mai andata giù ma ieri, intervenendo ai microfoni di ECG, su Radio Cusano Campus, l’ex ministra ha dimostrato di avere le idee chiare sul campione della Roma: «Intanto Totti ha, credo, una voglia di lavorare che si vede dal suo grande sorriso, ha una energia. Che ce lo vede lei in pensione?». Se per il toscano Luciano Spalletti, attuale tecnico giallorosso, la risposta a questa domanda retorica sarebbe scontata, per la Fornero è un secco no. «Siccome – sottolinea – Totti ha ancora molta capacità di lavoro e farà probabilmente l’allenatore di grandi squadre, lavori e aspetti come tutti gli altri la sua pensione». Tutto, purché pure lui non cominci a gravare sulle (già assai indebitate) casse dello Stato. Calcio e austerità, che binomio!
A pensarci bene non è la prima volta che la Fornero ne parla. Tempo fa, era il giugno del 2012, l’allora Ministra si trovò a condividere l’impostazione del commissario Ue agli affari monetari ed economici Olli Rehn che aveva invitato l’Italia a giocare a tutto campo per le riforme ed a non fare catenaccio. «Sono poco esperta di calcio – commentò la Fornero – ma ho capito cosa voleva dire Rehn e direi che condivido questa impostazione. È molto importante che l’Italia mantenga la pressione e il suo percorso di riforme». Corsi e ricorsi. Pressione, pallone e pensione. Ma l’attesa dell’agognato pensionamento Francesco Totti come dovrebbe trascorrerla? Smettendo di giocare oppure no? Qui Elsa Fornero regala una risposta sorprendente. «Beh, a 41 anni uno può…. siccome tutto cambia, io non voglio dire perché non sono un medico, ma mi pare che quando gioca sia ancora capace. Un altro anno può farlo ma in ogni caso quello che non deve fare è andare in pensione!». Quando si dice repetita iuvant: in pensione nooooo. Caro Totti, Elsa non ha dubbi: dovrai continuare a faticare. E senza fare tante storie. Del resto la Fornero sul lavorare anche ad una certa età e sul tema delle pensioni anticipate non ha mai avuto tentennamenti. Sul primo, anche di recente, ha detto che non crede «sia giusto mandare persone in pensione per fare spazio ai giovani. Queste due cose devono stare insieme. Dobbiamo invece puntare a un lavoro inclusivo».
Quanto al secondo punto, il pensionamento anticipato, ha usato nei suoi interventi pubblici altrettanta schiettezza: l’idea che mandare prima in pensione le persone liberi posti di lavoro «non la trova comprensibile» perché “la nostra storia dimostra che non è vero che i pensionamenti anticipati creano lavoro per i giovani, a parte situazioni temporanee. Per creare posti serve altro: potenziare l’apprendistato, creare i servizi per l’impiego di cui parliamo da tanto tempo e che non abbiamo, spendere per lo sviluppo. Diciamocelo chiaramente: si chiama “flessibilità previdenziale“». Per adesso, almeno nell’ultima stagione, la flessibilità che ha conosciuto Francesco Totti è stata soprattutto quella tra la panchina e il campo di calcio, con Spalletti che lo preferiva sulla prima. Seduto. Con la Fornero allenatrice della Roma sarebbe andata diversamente. Con lei, seppur «tifosa del Torino con qualche sofferenza perché il tifo è fatto anche di questo», Totti giocherebbe, altro che pensione. Tutt’al più – dovesse andargli male – potrebbe finire sospeso tra il campo e la panchina. Insomma, un esodato.
(Il Tempo)
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