L’intenzione è rimasta tale. La Juventus, salvo un colpo di coda nell’ultimo giorno di trattative del mercato di riparazione, rinvia all’estate il suo assalto a Paredes, dopo che aveva convinto la Roma a venderglielo subito con una proposta da circa 20 milioni di euro recapitata all’ agente dell’ argentino, Pablo Sabbag. L’offerta scritta, però, non è mai arrivata sui tavoli di Trigoria, dove i dirigenti erano pronti a leggerla con interesse. E accettarla. Il fastidio provocato dalla cessione di un altro giocatore alla Juventus dopo Pjanic non può superare l’esigenza di rispettare i parametri del fair play finanziario. Nell’esercizio in corso e nel prossimo bisogna infatti raggiungere il «pareggio», questo dice l’accordo transattivo raggiunto con l’Uefa e ancora in vigore, pena nuove sanzioni. Il sacrificio di un «big», dunque, è solo rinviato.
Per ora Pallotta deve accontentarsi della cessione anticipata di lago Falque al Torino e dei 5 milioni ottenuti dal Lille per il prestito di 18 mesi di Gerson, volato ieri in Francia. La grande scommessa di Sabatini è durata metà campionato, tra bocciature repentine di Spalletti, la scelta azzardata di mandarlo in campo nella partita più difficile in casa della Juve e il rischio di veder dilapidato un capitale a forza di tenerlo in panchina. Un vero peccato visto quanto di buono aveva dimostrato sul campo il giovane brasiliano prima di sbarcare in Italia. La nuova ricca proprietà del Lille ha deciso di pagarlo quanto la Roma ha speso per l’acquisto dal Fluminense, aggiungendo altri 13 milioni per il riscatto, praticamente obbligato, tra un anno e mezzo: in tutto fanno 18 milioni e nel 2018 frutteranno anche una piccola plusvalenza.
Ma non basta. E infatti Paredes e Manolas restano sul mercato, con buone possibilità di lasciare la Capitale la prossima estate. Adesso nessuno ha interesse a confermare le trattative in pubblico. Semmai il contrario. La Juve, per bocca di Marotta, dice ufficialmente: «Siamo contenti della rosa che abbiamo. Non abbiamo fatto nessun tentativo per Paredes e Luiz Gustavo». La verità è un’altra: i bianconeri hanno provato a vendere sia Hernanes (ieri ha rifiutato di nuovo il prestito al Genoa) sia Lemina e non possono «ingolfare» la rosa senza prima cedere un esubero a centrocampo. Ma Paredes (e Luiz Gustavo) lo hanno chiesto eccome. Al procuratore, non (ancora) direttamente alla Roma, ma tra società rivali ci si comporta così. E fino a quando non accadrà, bisogna far finta di niente. Comprensibile.
Alla cena del Gran Gala del calcio a Milano, oltre a Marotta, ieri c’era anche il Ds romanista Massara. Difficile immaginare un acquisto oggi se Paredes non verrà ceduto, seppure la trattativa col Bologna per Donsah è avanzatissima, mentre si registra un passo indietro su Baselli del Torino. I veri «colpi» sono rinviati all’estate e chissà se sarà ancora Massara a realizzarli: la Roma ha un’intesa di massima con l’Atalanta per Kessié, ma il tutto va ratificato e dovrebbe comprendere il passaggio del giovane difensore Marchizza in nerazzurro. A Trigoria temono l’inserimento del Psg o della Juve stessa fino a quando non si potranno apporre le firme. In estate rientrerà alla base anche Pellegrini: 10 milioni il prezzo per riacquistarlo dal Sassuolo, fissato in una scrittura privata tra i due club. Insomma il centrocampo cambierà molto nei prossimi mesi, intanto Spalletti si accontenta dell’arrivo di Grenier. Il tecnico non ha chiesto cessioni (ne acquisti) ma non si sarebbe opposto alla partenza immediata di Paredes o Manolas. A maggior ragione non intende mettere il becco sulle manovre future, che stando al contratto attuale, non lo riguarderanno più. Ma questa è un’altra storia e tutto può succedere.
(Il Tempo – A. Austini)
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