(Il Messaggero – M. Ferretti) Giù il sipario. L’Olimpico chiude, va in vacanza. Se ne riparlerà tra qualche mese e, conoscendo la politica di Trigoria, probabilmente con parecchi nuovi protagonisti. La Roma saluta la sua gente tra gli applausi anche in campionato, dopo averlo fatto in Champions al termine della partita contro il Liverpool. L’Olimpico chiude con un bilancio singolare: in casa, Roma bellissima in Europa e bruttina assai in Italia. La squadra di Eusebio Di Francesco, specializzata nell’arte dell’incoerenza, alle pendici di Monte Mario s’è giocata una enorme fetta (teorica, certo) di possibilità di lottare più da vicino con la Juventus e il Napoli per il traguardo più ambito. E, tutto sommato, questo sembra un controsenso, dato che proprio davanti al suo pubblico, una squadra – teoricamente – dovrebbe dare, dovrebbe esprimere il meglio di sè. Invece, per i giallorossi una marea di vittorie lontano da Roma e addirittura sei sconfitte all’Olimpico. Tutto questo prima (e dopo) la sfida contro i campioni d’Italia. Una gara affrontata con la qualificazione alla Champions 2019 già in tasca, ma con la voglia di restare sul podio, quindi di confermare il terzo posto. L’occasione, inoltre, per valutare dal vivo l’entità reale della distanza dalla capolista.
COMPITI PER LE VACANZE – Personalità. Ecco la qualità migliore espressa dalla Roma nella prima frazione contro un avversario deciso a festeggiare sul prato romano il settimo scudetto di fila. Personalità nel senso di applicazione, innanzi tutto, e anche di capacità di stare dentro la partita. Fosse stata una costante, questa, il terzo posto in classifica non sarebbe più da tempo ancora in discussione. Ma, come detto, nessuna squadra sa rovinarsi da sola come la Roma. E qui si impone una riflessione: migliorare questo aspetto, dovrà essere una priorità per la prossima stagione. La crescita, insomma, non dovrà essere soltanto tecnica o tattica, ma anche mentale. Un tasto sul quale sta battendo praticamente da sempre Di Francesco. Il quale, arrivato ormai al termine della stagione, evidentemente ha capito dove andare a mettere le mani. Magari con il conforto del suo amico Monchi, atteso al suo primo, vero mercato romanista. Personalità, ecco cosa è mancato alla Roma nella seconda parte di gara. La conferma che c’è ancora (tanto) da lavorare, e anche sulla tenuta nervosa di alcuni uomini di EDF. Questa Roma è una squadra ancora giovane, nata soltanto nella passata estate, quindi ha necessità di altro tempo per diventare realmente grande. Sarà fondamentale imparare la lezione di questa stagione, correggere gli errori e migliorare le qualità. Detto così sembra facile, ma non lo è. La distanza dalla Juventus, lo ha testimoniato la partita dell’Olimpico che va in vacanza, è ancora notevole.
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