Miralem Pjanic

La notte della verità. L’esame per lo scudetto. La prova di maturità. Fino a pochi attimi prima del fischio d’avvio di Orsato, se ne sono scritte, lette e dette di tutti i colori in riferimento alla sfida tra Juventus e Roma. Con una particolare attenzione rivolta alla squadra di Luciano Spalletti, chiamata a dare ancora fiato a se stessa e pure al campionato. Giusto così, nulla da obiettare: la Roma, nonostante i quattro punti di ritardo dalla vetta, più della Juventus nelle vesti di osservata speciale. Riusciranno i nostri eroi romani a frenare lo squadrone bianconero che in casa viene da 24 vittorie di fila? E, da lì, tutta un’altra serie di interrogativi, con un unico scopo legato a doppia mandata con l’esito della partita: capire la reale portata del gruppo di Lucio. Squadra da primato oppure ancora alla ricerca della strada giusta per arrivare e stare stabilmente in alto? E allora giù chiacchiere, intuizioni, pronostici e false verità di ogni tipo. La Juve si ferma così, Allegri si batte così, Higuain si frena così: alzi la mano chi, anche per una sola volta, non si è sentito in dovere, non si è sentito autorizzato a giocare con largo anticipo, e con consumata esperienza (saccenza?), la partita dello Stadium. Con un dato in comune a tutti i ragionamenti: la Roma, stavolta, ha davvero la possibilità di far male alla Vecchia Signora. Motivo? Le vittorie confezionate contro Napoli, Inter, Lazio e Milan, ad esempio. E pure la porta inviolata (sì inviolata, avete letto bene…) nelle ultime due gare di campionato. Segnali incoraggianti, se non altro. Oro puro per chi sa ricavare un oceano da una semplice goccia di speranza.

IL TENERONE – Poi comincia la partita, dai un’occhiata agli schieramenti e ti accorgi al volo che Spalletti vuole stupire il mondo con la presenza in campo dal primo minuto del tenero Gerson nel ruolo di Salah, cioè un brasiliano dal passo (troppo…) lento al posto di uno scattista. Così la posizione da intermedio destro di Strootman (ancora…) passa quasi in secondo piano. E mentre tu fai questi ragionamenti, Higuain ha già crepato la porta di Szczesny. La sintesi?Un tempo regalato. Fuori l’ammonito Gerson (ma va?), più vittima che colpevole, dentro Momo per tentare la Remuntada. Solo che quelli della Juve sembrano (come nel primo tempo) volersi mangiare il pallone, mentre gli uomini di Spalletti, tenuti in vita da Szczesny, appaiono eccessivamente mosci, prima della fiammata di nervi nella parte centrale/finale della ripresa. Poco, troppo poco per salvare la faccia. E, allora, gli errori di cui sopra ti fiaccano, ti debilitano ma non c’entrano più di tanto. La notte della verità, con un tempo in meno, non fa fatica a diventare la notte dei rimpianti.

(Il Messaggero – M. Ferretti)



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