Monchi

(Il Tempo – A. Austini) La finale doveva essere Real Madrid-Liverpool, e Real Madrid-Liverpool sarà. Ronaldo contro Salah, Zidane contro Klopp, divertimento e ascolti assicurati. La sensazione netta, però, è che gli arbitri mandati in campo dall’Uefa in questa Champions abbiano fischiato a senso unico proprio per favorire queste due squadre. Gli episodi delle semifinali di ritorno sono davanti agli occhi di tutto il mondo. Inspiegabili e scandalosi. Prima il furto con scasso del Real contro il Bayern, chiara la mano di Marcelo che ha poi ammesso il fallo. Ma la finale di Kiev la giocherà lui sulla stessa fascia di Alexander-Arnold, il laterale del Liverpool che ha letteralmente parato un tiro a botta sicura di Under sul 2-2, con parecchi minuti ancora da giocare. Rigore ed espulsione, non ci sono dubbi su quello che avrebbe dovuto decidere lo slovacco Skomina, che poco prima, ingannato (diciamo così) dall’assistente ha fermato Dzeko per un fuorigioco inesistente mentre veniva steso da Karius. Il risultato era sempre 2-2 e di minuti ne mancavano ancora di più. Vogliamo parlare poi dei tre minuti di recupero dopo sei sostituzioni e perdite di tempo varie? Allucinante. Non va dimenticato che il Liverpool è arrivato a questa semifinale anche grazie a tre errori arbitrali altrettanto evidenti e decisivi a proprio favore nella doppia sfida col Manchester City. E il terzo dei cinque gol segnati all’andata contro la Roma è viziato da fuorigioco. Quanto al Real, la vergogna di martedì sera è l’ultimo capitolo di una serie di partite falsate nella storia recente (e non solo) della Champions. Chiedere alla Juventus per conferma, anche se quel rigore finale al Bernabeu è un episodio su cui si discuterà all’infinito. Ma nel dubbio gli arbitri scelgono sempre da che parte stare: il Real o il Barcellona. Tanto la Var non c’è e non ci sarà neppure l’anno prossimo. Perché all’Uefa va molto, molto meglio così. Da che parte tirasse il vento su Roma-Liverpool s’è capito il giorno dopo la gara d’andata. Sarà vittimismo, complottismo, chiamatelo come vi pare, ma alzi la mano chi non ha pensato che la Roma avrebbe pagato sul campo gli incidenti di Anfield che potrebbero costare la vita al tifoso dei Reds, Sean Cox. È successo puntualmente, e da Pallotta fino all’ultimo dei tifosi è tutta un’esplosione di comprensibile rabbia. «Tutti si sono accorti di quello che è successo – tuona il presidente dopo essere sceso in campo al fischio finale per ringraziare uno per uno i giocatori – mi riferisco al fuorigioco di Dzeko che non c’era, il fallo di mano sul tiro di El Shaarawy che era anche da espulsione, un altro intervento su Schick. Mi rendo conto che ci sta l’errore ma non è possibile correggerlo senza il Var. Il Liverpool è una grande squadra, mi congratulo con loro che avranno la possibilità di giocarsi la finale ma è assolutamente indispensaibile introdurre la Var altrimenti si cade nel ridicolo». Il diesse Monchi rincara la dose: «Gli errori arbitrali hanno cambiato tutto. A Liverpool abbiamo preso un gol in fuorigioco, qui c’erano due rigori clamorosi, in uno c’era anche il rosso. È arrivato il momento che il calcio italiano alzi un po’ la voce, non solo la Roma ma anche la Juve dopo quanto successo col Real Madrid. Non capisco perché l’Uefa non voglia la Var, in Serie A c’è e funziona. Si gioca con il cuore di tutti quelli che lavorano e dei tifosi. I giocatori nello spogliatoio erano distrutti. Io sono spagnolo, sono arrivato un anno fa ma tutto questo non mi sembra normale». Infatti non lo è.



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