Rassegna stampa
La rivoluzione romanista seduce tifosi e investitori
NOTIZIE AS ROMA – Istruzioni per l’uso: non fatevi portare fuori strada dall’umore inevitabilmente altalenante del tifo, che sul fronte dei risultati sportivi, da 8 anni di gestione Usa, avrebbe voluto di più. La nuova Roma – con un piano industriale biennale – sta cominciando a lievitare, ed il cammino di Paulo Fonseca e dei suoi ragazzi – che hanno 6 punti in più rispetto allo scorso torneo, in fondo ne sono lo specchio.
A raccontarlo, perciò, non è solo la partecipazione a quella lunga volata per un posto nella prossima Champions che sta diventando il campionato, ma principalmente il fatto che un magnate come Dan Friedkin, re dell’importazione delle Toyota negli Usa, stia trattando per acquisire il pacchetto di maggioranza, punta dell’iceberg di una ventina di manifestazioni d’interesse giunte da tutto il mondo. Occhio però, perché Pallotta, pur deluso dalle critiche, non ha intenzione di uscire dall’azionariato, perché crede nelle potenzialità del club a prescindere dalla costruzione del nuovo stadio. E così, se nel 2011 la Roma fu valutata nel complesso 110 milioni e ora si tratta (progetto stadio compreso) sulla base dei 750, parecchio deve essere cambiato, ed in fondo lo si capisce anche solo vedendo il restyling del centro di Trigoria.
Ma il restyling è stato fatto anche in società, dove Pallotta – affidando la delicata pratica stadio al vice presidente Baldissoni – ha reso plenipotenziario il ceo Guido Fienga, che ha sotto di sé Petrachi (area sportiva), Calvo (marketing), Rogers (media) e Zubiria (rapporti internazionali). Quest’ultimo, poi, ha anche la delega del settore giovanile, anche qui rinnovato col ritorno di Bruno Conti al vertice. Ma è la prima squadra in vetrina, soprattutto dopo l’esclusione dalla Champions.
Se Fonseca era già da tempo in una lista di papabili, per la costruzione della rosa sono stati seguiti criteri diversi. Ovvero: gli acquisti “veri” si fanno solo su calciatori sotto i 27 anni (Lopez, Mancini, Cetin Spinazzola, Veretout e Diawara), mentre per gli “over” spazio a prestiti che consentano di valutarli ed eventualmente riscattarli (Smalling, su cui già si tratta, e Mkhitaryan, Zappacosta, Kalinic). Per i rinnovi, poi, porte aperte per leader come Dzeko e (presto), Pellegrini e Kolarov, altrimenti cessioni. Anche su questo fronte, l’idea è quella di valorizzare i nuovi arrivi per almeno due anni e poi, eventualmente, fare, plusvalenze, sempre che nuovi flussi di cassa consentano di dire dei no clamorosi, come potrebbe succedere per Zaniolo. Sul mercato, poi, c’è stata un’altra idea di fondo: avere costruito una squadra forte fisicamente. È il segreto degli 11 gol (sui 23 totali) arrivati grazie alle palle inattive. Un record.
Sembra paradossale come questa rinascita sia arrivata dopo una delle estati più difficili, dovuta agli addii feroci di De Rossi e Totti. In questo senso, lo si è visto col caso Florenzi e anche con la nuova gestione del vivaio, essere nati a Roma non sembra più essere un passepartout per fare bene. E i tifosi, innamoratisi di un Fonseca ambizioso e veloce nell’apprendere i meccanismi della Serie A, ora sembrano tornati alla fiducia. Per questo, deluderli sarebbe un peccato.
(Gazzetta dello Sport)
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