Paulo Dybala

AS ROMA NEWS ABRAHAM DYBALA – Più malinconica o più scontata? La considerazione di José Mourinho sulla fatica improba che fa la Roma a fare gol – «non abbiamo Haaland», ha detto dopo il ko contro il Feyenoord – è solo un modo per riaccendere i riflettori su un problema che in effetti sta condizionando la stagione giallorossa, scrive La Gazzetta dello Sport.

All’appello mancano soprattutto gli attaccanti, e questo fa lievitare ancora di più i timori in vista della sfida di ritorno di Europa League, con la rincorsa già partita da parte di Paulo Dybala e Tammy Abraham, tornati infortunati dall’Olanda.

Inutile dire che il focus dei tifosi è tutto per la rincorsa. L’argentino, sottoposto a Trigoria solo a una rapida ecografia, probabilmente oggi farà esami strumentali più approfonditi per valutare le condizioni del suo adduttore, anche se la speranza che torni in campo giovedì sta prendendo corpo.

Se vogliamo, un po’ come era successo nella doppia sfida contro il Salisburgo: uscito per infortunio all’andata (e Roma sconfitta), presente all’Olimpico per il ritorno (con relativo gol qualificazione). Anche l’inglese si iscrive al partito dell’ottimismo. La botta alla spalla destra (dolorosa) non necessità di intervento e, anzi, chi ha parlato col giocatore lo vede così carico da voler addirittura essere a disposizione persino contro l’Udinese.

Con tutto il rispetto del caso, l’impatto stagionale tra Dybala e Abraham finora è molto diverso. Se la Joya è stata davvero una gioia anche dal punto di vista realizzativo, con i 15 gol realizzati che ne fanno anche il capocannoniere della squadra – Tammy è vittima di una involuzione per certi versi misteriosa, ma che proviamo ad analizzare. Il centravanti che nella scorsa stagione aveva realizzato 27 reti adesso è fermo a quota 7, ma a chiarire meglio il dato è la media, visto che è passato da un gol ogni 157 minuti a uno ogni 358 minuti. Perché? Vediamo i dati. Di sicuro il suo “killer instinct” si è appannato, ma le cifre raccontano pure come sia meno servito rispetto allo scorso anno, anche se di poco.

Nel 2021-22 in campionato riceveva una media di 17,4 passaggi a partita, mentre nel 2022-23 il dato è sceso a 15,1 a match. Stesso discorso per i cross, passati da una media di uno a gara a 0,7. Non basta. Nella scorsa Serie A a fornirgli più passaggi sono stati Cristante, Rui Patricio, Mkhitaryan, Pellegrini e Karsdorp. Ovvero, tre su cinque giocatori fra mediana e attacco, più un crossatore dalla fascia.

In questa stagione, invece, la situazione è cambiata, visto che a servirlo più spesso sono Rui Patricio, Mancini, Matic, Pellegrini e Ibanez. Morale: Abraham viene rifornito principalmente dal portiere e da due difensori centrali, quindi con lanci lunghi e di non facile gestione. Insomma, l’attaccante avrà senz’altro le sue colpe, senza contare che la Conference – in cui aveva segnato ben 9 reti – è di livello assai diverso rispetto alla Europa League, però anche il modo di servirlo pare cambiato. Infine un’altra considerazione: visto che Pellegrini un anno fa aveva dimostrato un gran feeling con l’inglese, non è escluso che l’appannamento dell’azzurro abbia contribuito alla sua crisi.

Olimpico super Certo, intorno a Tammy la situazione non è molto brillante. Se si eccettua El Shaarawy che, pur avendo realizzato solo 5 gol, si è dimostrato spesso utile, il vero nodo è stato Belotti, lontano dal rendimento degli anni in granata. Basti pensare che nessuno dei suoi (appena) 4 gol è stato segnato in campionato. E allora per il ritorno contro il Feyenoord meglio puntare sull’effetto Olimpico. Il tutto esaurito, infatti, sarà più speciale del solito perché, con l’assenza dei tifosi olandesi, anche il loro settore potrà essere venduto ai tifosi giallorossi. Basterà per rivitalizzare un attacco puntato o servirà davvero Haaland?



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