Josè Mourinho

ULTIME NOTIZIE AS ROMA EMPOLI ABRAHAM – Mourinho alza il tiro. Lo fa, alla vigilia del match con l’Empoli dell’ex Andreazzoli, chiamando in causa il calciatore che al momento è al di sopra di ogni critica: «Abraham? Onestamente mi aspetto di più, ha margine per migliorare. Non solo a livello numerico, perché i numeri sono buoni anche con tanti pali e senza rigori calciati. Mi riferisco all’aspetto qualitativo». Il messaggio è soltanto apparentemente rivolto all’inglese, scrive Il Messaggero.

José torna infatti sul concetto di qualità, già affrontato dopo la partita con il Lecce: «Dico questo perché bisogna capire dove possiamo arrivare noi con Tammy e dove può arrivare lui con noi. Siamo tutti insieme e speriamo che la crescita delle individualità vada di pari passo con quella della squadra». Inutile sorprendersi, ha sempre ragionato così.

La somma dei singoli dà la squadra e più si migliora individualmente, più è il gruppo a giovarsene. Si può essere d’accordo o meno ma è la linea guida che lo ha portato dalla firma con il Porto (festeggiata ieri con un post su Instagram: «22 gennaio 2002, il resto è storia») in un ventennio a diventare lo Special One.

A Roma ha appena iniziato il suo percorso. Più che nell’idea di gioco, la mano si vede in come sta rivoluzionando la rosa. Dal suo arrivo, sono già 6 i volti nuovi (Rui Patricio, Maitland-Niles, Sergio Oliveira, Abraham, Shomurodov e Viña) più Felix, pescato in Primavera. Vorrebbe accelerare il processo di trasformazione, per questo ritorna (parzialmente) sulle dichiarazioni di un paio di settimane fa: «Forse ho sbagliato a dire che il mercato era chiuso. Fino al 31 gennaio è aperto. Poi io non mi aspetto qualcosa in più, ma il mercato è aperto».

Gioca con le parole. Della serie: non si attende nulla ma non si aspettava nemmeno l’arrivo di Sergio Oliveira. Anche perché la rosa va migliorata. Proprio per questo motivo, non vuole prendere in considerazione altre uscite: «Perez? Veretout? Abbiamo bisogno di una squadra più folta e non di gente che parte. Come giudico la nostra squadra? Penso che la classifica dica la realtà. Oscilliamo tra il quinto e il settimo posto, siamo lì. Ci sono quattro o cinque squadre che come rosa ed esperienza ci sono davanti. Possiamo raggiungerle? Sì, ovviamente, magari la prossima stagione». Riassumendo: tempo, investimenti e crescita del gruppo attuale (l’emblema è Kumbulla: «Prima non aveva la mia totale fiducia, ora sì»), nessuno escluso. Non c’è altra strada.

Quella che porta a Empoli, invece, rischia di essere quantomeno tortuosa. E non perché i toscani in casa diano il meglio (7 sconfitte in 11 gare, di cui le ultime 2 con Milan e Sassuolo subendo in totale 9 reti). I pericoli sono altri: «Stanno disputando una stagione fantastica. Giocano con tranquillità e rilassatezza, così è molto più facile scendere in campo. Segnano di media 2 gol, sanno giocare, difendono bene. Nelle ultime 10 soltanto in una gara non sono andati a segno».

Numeri che se incrociati con quelli dei giallorossi in trasferta (6 sconfitte in 10 partite con 16 gol subiti) servono ad approcciarsi al match con la massima cautela. Anche perché se non è ancora il tempo per regalarsi degli obiettivi ambiziosi in campionato, ogni partita deve rappresentare una tappa di crescita. Per tutti, nessuno escluso.

Avanti quindi a piccoli passi. José illustra il prossimo: «Abbiamo vinto con Cagliari e Lecce non brillando. Forse giovedì ho sbagliato anche io. Se la squadra è abituata a giocare in un certo modo e poi cambio con il 4-3-3, la colpa è anche mia. Ora però vogliamo arrivare alla pausa con tre vittorie consecutive». Per oggi, quindi, probabile ritorno al 4-2-3-1. Due i ballottaggi: Smalling («Se deve giocare, giocherà») o Ibanez e Veretout-Felix. Mercato: Reynolds al Kortrijk.



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