Eusebio Di Francesco

(Il Messaggero – U. Trani) E’ già Roma-Juve. Ma attenzione: non ci riferiamo alla partita di domenica sera all’Olimpico che può pure finire con la festa di entrambe. Il pensiero va alla sfida che verrà, cioè quella nella prossima stagione. Perché il club di Pallotta deve subito guardare al futuro per ridurre il gap che, in campionato, è inequivocabile: 18 punti è il vantaggio dei bianconeri che, con 7 scudetti di fila, continuano a dettare legge in serie A. I giallorossi, ripartendo dal 3° posto (ancora da certificare) e dalla semifinale di Champions (obiettivo replicato dopo 34 anni), devono riavvicinarsi. Gli introiti Uefa, con il piazzamento tra i primi 4 club d’Europa, aiuteranno la proprietà Usa a fare il definitivo salto di qualità: i 100 milioni, incassati con le 12 partite nel principale torneo del continente, possono fare la differenza nel mercato estivo. Con investimenti finalmente mirati per dare scacco alla Regina. La palla passa a Monchi.

PANCHINA COMODA – Di Francesco è la garanzia. Anche rispetto alla Juve e al Napoli che non hanno la certezza di poter confermare Allegri e Sarri. La svolta di Eusebio è stata tecnico-tattica e ambientale. I risultati nelle 49 partite sono la piattaforma per il decollo. Il suo metodo ha funzionato nell’addestramento quotidiano: la rosa è lievitata nella qualità, con i titolari e i panchinari che hanno migliorato le loro conoscenze. Ora sanno che cosa fare in campo. Il gruppo recita da grande: lo spirito è propositivo, moderno ed europeo. L’allenatore non si accontenta mai, nemmeno dell’eventuale pareggio nella gara di domenica contro i bianconeri che porterebbe direttamente nella nuova Champions. Eusebio ha scelto la Roma, giusto un anno fa, per vincere. Rifiutò 4 milioni dallo Zenit che, prima di ingaggiare Mancini, venne in Italia per convincerlo a spostarsi in Russia. Meglio Trigoria, disse a chi gli sta vicino, in attesa di ricevere l’offerta giallorossa, all’epoca non ancora ufficializzata. Non ascoltò ieri (e resta della stessa idea pure oggi) le proposte inglesi nè le voci torinesi che lo indicano ancora tra i candidati per la panchina della Juve. Lui vuole restare qui (e presto sarà blindato), accanto a Monchi e Totti. Con il ds lavora per il domani. Con l’ex capitano ha sistemato il presente. Spesso accenna al «senso di appartenenza». Lo vede in campo e in tribuna, nel comportamento della squadra e nella passione della tifoseria. E’ la principale conquista della sua gestione. Monchi si confronta ogni giorno con Di Francesco. Insieme si dedicheranno alla nuova rosa.

MERCATO DA BIG – Da consolidare, svecchiare e migliorare. Alisson è il portiere che dal Real in giù ogni club europeo vorrebbe. Pallotta si è esposto sulla sua conferma. Il ds vorrebbe raddoppiargli l’ingaggio (salendo a 3 milioni) e allungargli il contratto (2023). Diversa la situazione di Florenzi: fuori budget i 4 milioni di stipendio per il rinnovo. Sono loro gli unici titolari in stand by, ma per motivi diversi.



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