Un anno fa di questi tempi Francesco Totti viveva con maggiore ansia l’avvicinarsi della scadenza contrattuale. Non erano ancora i tempi della frattura, ma qualcosa già maturava sotto le ceneri di un’era Garcia che stava per finire. Oggi è cambiato il mondo, cambiata la Roma, cambiata pure la percezione del futuro di Totti e De Rossi, capitani con la penna in mano: firmo o non firmo, questione di certezze ritrovate e di dubbi incombenti.
Dubbi leciti, se arrivi a 40 anni e ogni acciacco fisico sembra una montagna da scalare alta così. La carta d’identità è quella, è una delle poche cose che non puoi dribblare. E così negli ultimi due mesi il campionato di Totti è tutto in 18 minuti con il Pescara, un paio di panchine e niente più: maledetto inverno, al cospetto di un semplice risentimento al flessore, un dolore all’anca e un’influenza. Naturale, fisiologico che sia così, anche per un maniaco della cura del proprio corpo com’è il capitano della Roma. Stop apparentemente banali, che banali però non possono essere più. E che qualche punto interrogativo fanno scattare pure nella testa del capitano. In primavera tutto sarà più chiaro. E tutto dipenderà dalla volontà del capitano. Stavolta non ci sono condizionamenti. Solo i dubbi di Totti, che non sopporta l’idea di arrendersi e in primavera chiederà risposte chiare al suo fisico.
L’altra faccia della storia è quella di un altro capitano con la penna in mano. E’ Daniele De Rossi che aveva cominciato, neppure troppo tempo fa, a valutare l’idea di una separazione consensuale con la Roma, con destinazione un campionato meno pressante dal punto di vista agonistico. Mille dubbi anche lì. E anche quelli di carattere fisico. Poi Antonio Conte, l’Europeo, «quando ho capito che posso essere ancora protagonista a certi livelli e a certi ritmi». Il resto è venuto di conseguenza, il rendimento ha fatto nuovamente scopa con una leadership nello spogliatoio che nessuno ha mai messo in discussione. Daniele ha l’autografo pronto, allora. Non sarà al rientro dalle Maldive, sarà quando lui e la Roma riterranno giusto. Ma non passerà in fondo troppo tempo prima del brindisi, con nuovo accordo probabilmente biennale, fino al 2019.
(Gazzetta dello Sport)
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