Federico Fazio

(Gazzetta dello Sport – A. Pugliese/M. Cecchini) Va bene, il d.s. Monchi ha ragione quando dice: «Il derby è già storia. Ora testa all’Atletico Madrid». Però è umano che i giocatori della Roma – dopo una Stracittadina vinta con merito – abbiano festeggiato in privato (con famiglie ed amici), in pubblico (via social) e anche tutti insieme, ieri sera, con la squadra a cena in un noto ristorante al centro di Roma. Detto che Di Francesco ieri, parlando al gruppo, ha ricordato l’importanza «di mantenere i piedi per terra», ci sono di sicuro due giallorossi che – a prescindere se dovessero giocare o meno titolari – vedono la trasferta spagnola con occhi diversi: Diego Perotti e Federico Fazio.

LE ACCUSE – Storia semplice: l’attaccante e il difensore della Roma hanno giocato entrambi col Siviglia, vincendo anche non poco: una Coppa, una Supercoppa di Spagna e due Europa League per Fazio; una Coppa di Spagna e una Europa League per Perotti. Due argentini con la vittoria nel Dna, anche se con un percorso non analogo. Nei 6 anni sivigliani l’esterno aveva brillato a sprazzi, anche a causa di una serie di infortuni che lo avevano spinto a tornare al Boca Juniors. Ma l’altalena nelle prestazioni gli creò anche problemi con la tifoseria. Un ultrà sivigliano infatti, avuto il suo numero di telefono, lo stalkerizzava accusandolo di «dolce vita». Un giorno l’argentino lo affrontò con due compagni di squadra. Credette che tutto fosse finito, ma sbagliava. Il tifo organizzato gli si rivoltò contro, tanto da rendergli la vita impossibile, anche se Perotti non ha mai speso una parola contro la sua ex società: «Mi ha trattato come fossi Messi». La fine però fu malinconica, con un giocatore del suo talento venduto al Genoa per soli 350mila euro.

IL RISCATTO – Parabola diversa invece quella di Fazio, che nelle 7 stagioni trascorse al Siviglia era diventato un punto di riferimento. Non a caso, la sua cessione al Tottenham nel 2014 per 10 milioni sembrò una delle ottime plusvalenze che Monchi aveva saputo ottenere negli anni della sua gestione a Siviglia. A sorprendere, forse, fu il suo rendimento non troppo incisivo in Premier League, finché la Roma non lo ha fatto rinascere così tanto da riportarlo in nazionale. Guarda caso proprio in tandem col suo amico Perotti.

LACRIME NAINGGOLAN – E a proposito di nazionali, c’è da registrare il tweet con cui Nainggolan ha risposto a tutti coloro che, dopo la sua prova «monstre» nel derby, facevano illazione sulla veridicità del suo infortunio in nazionale. «Perché non chiedete ai medici del Belgio se mi sono infortunato? Avreste dovuto vedere le mie lacrime… Era un rischio scendere in campo. Quindi sono commenti stupidi, perché sarei voluto rimanere lì per dimostrare di volere il Mondiale». Lo stesso desiderio che hanno adesso Perotti e Fazio. A pensarci bene, niente affatto infondato.



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