Rassegna stampa
La Roma “bella di notte” insegue la Champions
Per cercare la qualificazione alla Champions League servirà una Roma «bella di notte». Ieri è stato infatti ufficializzato il calendario della ripartenza della Serie A dalla 27.ma alla 35.ma giornata (nelle ultime tre si giocheranno partite in contemporanea divise per fasce di interesse: salvezza, zona Europa League, zona Champions e scudetto).
La Roma di notte
In sette occasioni su 9 la Roma giocherà alle 21.45: in casa contro Sampdoria (24 giugno), Udinese (2 luglio), Parma (8 luglio), Verona (15 luglio) e Inter (19 luglio); in trasferta contro Napoli (5 luglio) e Spal (22 luglio). Uniche eccezioni: Milan-Roma alle 17.15 (28 giugno) e Brescia-Roma alle 19.30 (11 luglio).
Vantaggio o svantaggio?
Vantaggio o svantaggio? Con le temperature estive verrebbe da pensare più alla prima ipotesi che alla seconda: un piccolo aiuto per recuperare energie e per cercare di evitare infortuni, la vera preoccupazione di tutti gli allenatori, visto che si giocherà ogni tre giorni e dopo una lunga sosta che non si è mai verificata nel passato.
Quarto posto la necessità
Arrivare al quarto posto, per la Roma, è sempre più una necessità, visto che il 30 giugno il club giallorosso dovrà mettere la firma sotto un bilancio in profondo rosso. L’emergenza Covid-19 ha fatto saltare la trattativa tra James Pallotta e Dan Friedkin, che aveva portato all’accordo per il passaggio di proprietà del club. A dicembre la Roma era stata valutata dal suo presidente 700 milioni e la prima offerta di Friedkin si era molto avvicinata: 660 milioni (con un guadagno di 30 per Pallotta e soci), contando anche su un mercato in uscita che doveva alleggerire un monte ingaggi ormai insostenibile. Il lavoro del direttore sportivo Petrachi, in questo senso, è stato però insufficiente. A fronte di un ingaggio netto che sfiora i 6 zeri, Petrachi non è riuscito a cedere nessun «peso massimo»: Pastore (4,5 milioni netti a stagione), Perotti (3), Fazio (2,5) e Juan Jesus (2,2). A metà febbraio, così, l’offerta è scesa a 610 milioni (con un sostanziale pareggio finanziario per i soci) ma Pallotta ha preso tempo. Non poteva immaginare che la pandemia avrebbe bloccato il deal.
L’ultima offerta di Friedkin
L’ultima offerta di Friedkin, così, è arrivata nei giorni scorsi: 575 milioni (ma 85 di questi destinati all’aumento di capitale per il club), che Pallotta ha rifiutato per non dover vendere in perdita di circa 90 milioni. Il bostoniano, in pratica, ha scommesso su se stesso, sulla ripartenza del campionato e sullo stadio di proprietà. Ma le preoccupazioni restano.
(Corriere della Sera)
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