Bruno Peres, che da quando è arrivato a Roma ha messo in mostra più ombre che luci, si sta affidando alla cu­ra Spalletti, magari sulla scia di alcuni suoi compagni che, ad inizio stagione, per un motivo o per l’altro erano considerati dei punti interrogativi e invece og­gi rappresentano delle certez­ze.

Dalla porta all’attacco, Dzeko e Szcze­sny sono due tra i giocatori più pa­gati della rosa, ma ad agosto non erano consi­derati titolari. Il portiere perché veniva da un in­fortunio alla co­scia, che gli ave­va impedito di giocare quasi tut­to l’Europeo, e aveva davanti Alisson; l’attac­cante perché lo scorso anno fi­niva più in panchina che in campo. Spalletti ci ha creduto, li ha pungolati, stimolati, anche con parole dure pubbliche e pri­vate, e i risultati sono sotto gli oc­chi di tutti. Uno è tra i primi tre portieri della Se­rie A, e ha lasciato ad Alisson solo le coppe; l’altro segna co­me mai in carriera.

Stesso discorso per quanto riguarda Fazio ed Emer­son. Il primo è il difensore più utilizzato e dal 18 settembre non salta un minuto in campio­nato, il secondo è ormai il tito­lare sulla fascia sinistra e, dopo l’espulsione nel preliminare di Champions contro il Porto, è stato bravissimo a ripren­dersi sia tatticamente che moralmente. È a quota 17 pre­senze complessive, nei suoi pri­mi 2 anni italiani ne aveva mes­se insieme 18, nelle ultime sei giornate è sempre sceso in cam­po per 90’ e le 2 precedenti le aveva saltate per infortunio. Per Mario Rui, scelto proprio da Spalletti in estate per sostituire Digne, sarà adesso difficile ri­prendersi il posto, intanto la prossima settimana potrebbe e dovrebbe esordire in Coppa Ita­lia contro la Samp. Anche lui, che con la Roma non ha mai giocato neanche un minuto per colpa dell’infortunio al crociato di fine luglio, in fondo aspetta di beneficiare della cura Spal­letti. Dopo un girone di attesa, il suo momento sta per arrivare.

(Gazzetta dello Sport)



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