La Roma ha blindato la porta. Con quella dell’altra sera ( 4-0 alla Sampdoria in Coppa Italia), i giallorossi sono riusciti a tenere la porta inviolata in sei delle ultime otto partite. Curiosità vuole che questo cambio di passo sia coinciso con l’assenza di Salah. Prima per infortunio e attualmente per la Coppa d’Africa, la mancanza dell’egiziano doveva rappresentare un peso nella rincorsa alla Juventus. Da un evidente minus tecnico, Spalletti è riuscito a trasformarlo in valore aggiunto che ha permesso alla Roma di mutare in una squadra cinica, fisica, difficile da superare. In una parola: pratica. I risultati lo confermano: dopo Roma-Pescara del 27 novembre, vinta con grande sofferenza per 3-2, Spalletti dà vita – complice l’infortunio di Salah in allenamento – a una rivoluzione. Nasce la Roma con un terzino in più (Peres) e un attaccante in meno e con un centrale Rudiger che si sposta sulla fascia, capace di dar vita alla ormai famosa «difesa tre e mezzo», come scrive Carina su TuttoSport.
Un cambio di marcia che garantisce solidità e che rende semplici anche le partite più scivolose, a prescindere dalla scelta degli interpreti. Il cruccio del tecnico dei primi mesi («Noi, per vincere, dobbiamo sempre essere belli: questo non è possibile in ogni gara e quindi dobbiamo riuscire ad arrivare al successo anche in altro modo») è ormai finito nel dimenticatoio: la Roma ora sa vincere senza incantare. Genova e Udine in campionato lo dimostrano. Ma poi, se si tratta di giocare a pallone e dare spettacolo, bastano 20 minuti per vedere una squadra che prende a pallonate la Sampdoria, come accaduto giovedì in Coppa Italia all’Olimpico. Questa facilità di cambiare pelle è una freccia in più per Spalletti, bravo a capire che anziché sostituire Salah con l’omologo El Shaarawy, era arrivato il momento di cambiare qualcosa.
Un cambio di atteggiamento che non ha scalfito la facilità con la quale la Roma trova la via della rete. In stagione, comprese le Coppe, Dzeko e compagni sono arrivati già a quota 62. Ma Spalletti non si accontenta e alla società ha chiesto un esterno offensivo capace di sostituire anche il bosniaco. Una scelta in controtendenza con quella espressa prima di Natale quando chiedeva con insistenza un centrocampista. Anche se questa ricerca non è stata accantonata del tutto. La richiesta d’informazioni su Hiljemark, che però sembra destinato alla Dinamo Kiev, e la questione Baselli (trattata qui a fianco) lo confermano. Ma le priorità ora sono per il trequartista/attaccante. Con Feghouli che chiude al trasferimento il sogno rimane Defrel per il quale si continua a trattare con il Sassuolo. Dopo le intransigenze sulla cessione manifestate nei gironi scorsi dai dirigenti neroverdi, ora si apre qualche spiraglio. Ieri c’è stato un altro incontro tra i due club e qualcosa si sta muovendo, anche perché l’attaccante francese ha già dato il proprio benestare al trasferimento in giallorosso.
(Tuttosport)
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