Mile Svilar

AS ROMA NEWS BAYER LEVERKUSEN SVILAR – Si parte da Svilar, come da distinta da consegnare all’arbitro, e poi si dovrà anche recitare a soggetto. La Roma è a Leverkusen per inseguire quella che sembra una «mission impossible»: recuperare dallo 0-2 subito all’andata, all’Olimpico, scrive il Corriere della Sera.

Per riuscire nell’impresa, tutto deve funzionare alla perfezione. Come ha detto De Rossi in conferenza stampa servono «forza mentale, pazienza e tanta attenzione». La sorpresa potrebbe essere anche un 3-5-2 con l’attacco pesante Lukaku-Abraham. Nella «remuntada» del 10 aprile 2018 contro il Barcellona dei marziani (come li ha definiti ieri DDR) nacque dall’idea di Di Francesco di schierare la difesa a 3 e affidarsi a Dzeko e Schick contemporaneamente per poter anche saltare a volte il centrocampo con lanci lunghi.

«A volte le idee non sono così tanto strane – ha detto ieri l’allenatore romanista – e prendono forza vedendo le caratteristiche dei giocatori e i risultati che si ottengono. El Shaarawy esterno destro controil Milan, ad esempio, nasce per coprire di più la fascia dove giocavano Leao e Theo Hernandez. Bisogna preparare tutto senza mandare in confusione i ragazzi. All’andata pensavamo che giocassero con un attaccante di peso, come avevano fatto la maggior parte delle volte, ma avevamo preparato anche un’altra soluzione. Quando hai solo due giorni per preparare la partita, cerchi di dare delle nozioni di base alla squadra. Se dici ai calciatori 100 cose, gliene rimangono in testa poche. Poi, se l’avversario cambia modo di giocare, allora si deve comunicare dalla panchina».

Battere il Leverkusen con due gol di scarto – quando i tedeschi sono imbattuti da 48 partite, tutte quelle giocate in questa stagione tra Bundesliga (vinta), Coppa di Germania (in finale contro il Kaiserslautern) e Europa League – rientrerebbe davvero nelle pagine storiche della Roma.

Ma se c’è un giocatore che può credere anche nei miracoli, questo è sicuramente Mile Svilar. A gennaio scaldava la panchina da un anno e mezzo, con la gestione De Rossi è cambiato tutto, anche se pure DDR alla sua prima di campionato aveva dato fiducia a Rui Patricio: «Non me lo aspettavo – ha detto il portiere serbo/belga –: erano tanti mesi che non giocavo. Lavoravo e aspettavo il mio momento, che è arrivato grazie al mister. Ora sono felice. Però non penso alle mie alle prestazioni individuali, si può vincere solo se si gioca di squadra e questo dobbiamo fare. Quando rivedo le partite capisco che devo ancora migliorare in alcuni aspetti, ma la crescita arriva con allenamenti, partite e stando tanto tempo insieme».

E poi la domanda che tutti si aspettavano, ricordando Roma-Feyenoord: «Se ho studiato i rigoristi del Bayer? Sì. Li ho guardati settimana scorsa e lo farò ancora perché nel calcio non si sa mai cosa potrebbe succedere. Il Bayer è una squadra forte, che gioca insieme da tempo e non perde da 48 partite. Ma noi proveremo a fare il massimo».



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