Ripartire dal buon gioco che a Firenze è stato coperto dal gusto amaro della sconfitta, reagire per non lasciare che il passato condizioni il presente. «Il futuro è oggi e ce lo giochiamo», l’input lo dà Spalletti alla vigilia di un Roma-Crotone che avrebbe poco da raccontare se fosse «vera Roma», serbatoio di talenti per squadre come quella calabrese (Florenzi ne sa qualcosa) e avversaria fuori portata per chi lotta per la salvezza.

Ma servono meno gentleman e più «cattivi» in campo per far corrispondere alla teoria anche i fatti. «Sotto l’aspetto della determinazione – ha esordito il tecnico toscano – dobbiamo essere più velenosi. Ho visto segnali importanti nel discorso al gruppo dopo la partita con la Fiorentina e ho evidenziato che siamo sulla strada giusta. Continuiamo così, rafforzando alcuni concetti come la precisione del possesso palla, l’essere più decisi in alcune situazioni e la continuità di ricerca di comando del gioco. Nell’ultima gara abbiamo visto molte cose positive, se riusciremo a riproporle mettendo qualcosa in più ci sarà la nostra Roma».

Il Crotone deve ancora rodare i meccanismi della massima serie, ha ottenuto il primo e unico punto in casa contro il Palermo e per i giallorossi potrebbe essere l’occasione giusta per uscire dal guscio. L’attacco dei calabresi non è molto prolifico e con sei tiri nello specchio della porta sono i peggiori della A. La Roma deve fare lo sforzo in più di trasformare i tanti tentativi (27) in gol: «Il primo passo per far lievitare l’estrosità degli attaccanti è a livello collettivo: dobbiamo ragionare sulla squadra», ha sottolineato Spalletti dopo la stoccatina a Salah al triplice fischio di Rizzoli. Si aspetta di più dall’egiziano che sa saltare uomini come birilli ma ultimamente è un po’ pigro: le energie non gli mancano e oggi l’ex Chelsea dovrebbe essere regolarmente al suo posto nel tridente.

Un cambio sulla linea offensiva potrebbe esserci, il sacrificato sarebbe Perotti ed El Shaarawy l’erede: «Stephan è un giocatore di fascia, là esprime qualità tecnica e velocità, però gli si può trovare spazio anche da altre parti. A sinistra esprime il massimo, perché preferisce giocare lì». Dovrebbe essere accontentato. Dzeko non sembra in discussione, la Roma ripartirà da lui, sperando che sotto ai guanti bianchi ci siano unghie affilate. In stile Strootman, tra i migliori a Firenze, e Nainggolan, sottotono nelle ultime due partite ma imprescindibile per Spalletti: «Può determinare una partita, per cui a farne a meno ci si pensa sempre due volte. Certo può anche riposare ogni tanto, perché abbiamo una rosa di qualità e non corta come leggo sui giornali». Il Ninja ce l’ha con se stesso per non aver reso al meglio e non vede l’ora di riscattarsi. Le prove di De Rossi senza la fascia al braccio hanno soddisfatto l’allenatore: «Ha reagito bene, per me la punizione è finita e se giocherà sarà capitano». Niente Totti, quindi: «Lo considero al pari degli altri, per cui anche Francesco può partire dal 1’». Difficile, visto che è un po’ affaticato. Paredes invece scalpita per giocare e De Rossi non è così sicuro di riavere indietro la fascia oggi. Per Florenzi sarebbe ancora più speciale, capitano contro la squadra a cui deve parte delle sue fortune. Sarà con Peres confermato sulle corsie difensive, Manolas-Fazio al centro e Szczesny in porta. Vermaelen è ancora out e servono certezze. Perché il futuro è oggi e Spalletti non si spinge oltre: «Il mio rinnovo dipende dal campo». O meglio, dalle vittorie.

(Il Tempo – E. Menghi)



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