L’Olimpico fa grande la Roma. Che, con il 13° successo di fila nel giardino di casa, 3 a 1 in rimonta contro il Chievo, chiude il 2016 restando da sola al 2° posto, a 4 punti dalla Juve capolista che ha 1 gara da recuperare, e staccando il Napoli che scivola a meno 3 e la Lazio che torna a meno 4. Spalletti si ripete, eguagliando il record giallorosso di punti in un anno (86, ma 2 sono di Garcia) e festeggiando sotto la Sud (laterale) a fine partita i 30 punti su 38 raccolti dall’inizio del torneo. Il gioco e la convinzione sono quelle delle migliori prestazioni, tant’è vero che l’attacco si riaccende, ritrovando contemporaneamente i gol di El Shaarawy, Dzeko e Perotti.
VIRATA TATTICA La Roma si riabilita anche dopo il 4° ko. Ha sempre vinto dopo le cadute in campionato. E’ successo stavolta dopo la più dolorosa, quella di sabato scorso a Torino contro la Juve. E ci riesce cambiando lo spartito. Il sistema di gioco inedito proprio nell’ultima partita dell’anno: ecco il 3-4-3, con Peres ed Emerson sulle fasce. La mossa è la conseguenza dell’emergenza a centrocampo. Dove Spalletti, senza De Rossi e Paredes, punta sull’esperienza di Nainggolan e StrootmaN, evitando di confermare Gerson. La nuova formula gli consente di schierare il tridente pesante con Dzeko affiancato da Salah ed El Shaarawy che tornano titolari. Escluso Perotti.
FRAGILITA’ DIFENSIVA Nella difesa a 3, dopo quasi 4 mesi riappare Vermaelen che fatica sia contro Birsa sia contro Izco. Il primo esterno alto, con la libertà di accentrarsi da trequartista, l’altro basso del 4-4-2 di Maran: sono loro che costruiscono le uniche chance del Chievo nella prima parte. La seconda, su cross da destra di Izco, è quella buona per il vantaggio, con il colpo di testa in tuffo di De Guzman e la dormita di Peres. La Roma viene punita per la sufficienza con cui si sistema in fase di non possesso palla. Fazio non perde la lucidità e fa reparto da solo, aiutando i compagni. Vulnerabile, dunque, dietro, ma più che decente davanti. Prima della rete di De Guzman, si è presa l’iniziativa e ha impegnato Sorrentino con le conclusioni di El Shaarawy, Nainggolan e Dzeko, colpendo anche il palo esterno con Peres su punizione. Più efficace la spinta a sinistra: Emerson si trova bene con El Shaarawy. In mezzo Nainggolan gioca per 2, cioè lavora nell’interdizione e avanza dietro a Dzeko. Che si muove anche fuori area ed è più ispirato di Salah. Il Chievo, arrivato nella capitale senza 7 giocatori (e con la difesa largamente incompleta: solo 1 esterno a disposizione), perde prima dell’intervallo anche Izco, adattato nella circostanza da terzino. Dentro Costa, a sinistra, con Frey riportato a destra.
SERATA FARAONICA El Shaarawy, deluso per l’esclusione iniziale nello scontro diretto allo Stadium contro la Juve, porta in campo tutta la sua rabbia e cambia la storia del match. Nel recupero della prima parte conquista, facendo ammonire Dainelli, la punizione che trasforma di destro a giro per il pari. Ad inizio ripresa, accelerando a sinistra e infilandosi in area, manda in tilt la difesa del Chievo che regala a Dzeko la palla del sorpasso. Il tocco è semplice, a porta vuota. Il centravanti si sblocca dopo 4 partite, quelle di campionato contro la Lazio, il Milan e la Juve da sommare a quella in Europa League contro l’Astra Giurgiu. Di testa, a metà tempo, colpisce il palo e a seguire non sfrutta le 2 chance che gli prepara ancora El Shaarawy. La Roma, insomma, ha il controllo del match e merita di arrotondare il punteggio. Maran cerca, invece, il pari inserendo dopo un’ora Bastien per Birsa e più avanti Pellissier per Inglese. Spalletti vede Salah stanco alla meta e lo chiama in panchina: dentro Perotti. Che prima si pappa il 3 a 1 e subito dopo lo trova. Costa lo atterra per il rigore che, come al solito (6° stagionale), trasforma spiazzando il portiere.
(Il Messaggero – U. Trani)
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