Ancora 24 ore. No, non è il remake del fortunato film del 1990 diretto da Walter Hill con Eddy Murphy e Nick Nolte ma la corsa contro il tempo di Sabatini e Baldissoni. Oggi viene chiuso il bilancio della Roma e in ottica fair play finanziario rimangono in sospeso ancora 8 milioni. Rispetto allo scorso anno non basterà forzare la mano in extremis con Holebas. Stavolta bisogna sperare che Ljajic si convinca ad accettare il Torino. Il club granata è riuscito (a fatica) ad andare incontro alle richieste del serbo che ha un ingaggio (1,9 milioni) ritenuto eccessivo per la filosofia economica del club di Cairo. Quando tutto sembrava fatto, Ljajic si è preso ancora qualche ora per riflettere. Situazione che ha indispettito non poco la Roma (in ottica bilancio) e il Torino che hanno la sensazione (nonostante il calciatore lo neghi) che dietro questo stop si nasconda un’altra squadra: il Milan. Ljajic è un vecchio pallino di Galliani e ora che a Milano è arrivato Montella (che lo ha allenato e valorizzato meglio di tutti), il quadro è completo. La situazione, smentite a parte, è abbastanza chiara: Adem aspetta segnali dalla società rossonera. Con il contratto in scadenza nel 2017, può disporre a piacimento del proprio destino. Oggi si decide: il Torino è convinto di chiudere l’operazione (che tra l’altro sarebbe doppia visto che in granata arriverà in prestito anche Iago Falque). A Trigoria incrociano le dita. Ma le questioni in sospeso non finiscono qui. Perché in questo rush finale c’è attesa anche per la situazione legata a Castan. Roma e Sampdoria hanno trovato da almeno una settimana l’intesa per il prestito. A richiedere il brasiliano era stato Montella, ora sulla panchina del Milan. Un ribaltone che non ha potuto non far riflettere Leo. Rassicurato in queste ore che il prossimo tecnico blucerchiato sarà Pioli o Giampaolo, il trasferimento andrà comunque in porto. Magari non oggi ma la prossima settimana: il tempo per Ferrero di annunciare il nuovo allenatore. Dopo il no al Pescara, Gyomber è destinato al Palermo.

LA TELEFONATA Il timing temporale non vale soltanto per le cessioni. Nei giorni scorsi l’allenatore dell’Inter, Mancini, ha chiamato Zabaleta. I due sono molto legati per il trascorso congiunto al City. Mancini ha provato a convincere l’argentino a prendere tempo con la Roma. In parte, aiutato anche dalla dead-line finanziaria pendente sul club giallorosso sino ad oggi, c’è riuscito. Ma il termine dato dall’ex San Lorenzo scade appunto in giornata. Il tecnico ha più volte sollecitato la nuova proprietà cinese a fare un tentativo per Zabaleta anche se i propositi di Zhang sembrano altri (investire su calciatori anagraficamente più giovani). A Trigoria palesano la massima tranquillità e anche la differenza tra la richiesta del City (5 milioni) e l’offerta della Roma (3,5) non sembra rappresentare più un ostacolo. Intanto il calciatore (reduce da un infortunio alla caviglia) si è già messo al lavoro. Da ieri si sta allenando con la S.D. Formentera che gli ha permesso di usufruire dei suoi campi. Un atteggiamento che Spalletti avrà avuto modo di apprezzare. Per rimanere in tema-terzini, domani potrebbe essere il giorno dell’ufficialità di Mario Rui. L’intesa è nota da 15 giorni: 900 mila euro più premi (totale 1,2 a stagione) per il portoghese, tre milioni per il prestito più sei per il riscatto all’Empoli. Anche Caceres è in attesa di novità. Per aspettare la Roma (con la quale ha già l’accordo da febbraio) ha messo in stand-by numerose offerte. Tra queste c’è quella milionaria del Galatasaray. L’acquisto di Zabaleta non preclude l’arrivo dell’uruguaiano. Intanto il giro di difensori in atto (N’Koulou a Lione e Umtiti a Barcellona), libera Vermaelen. Il belga, sponsorizzato da Nainggolan, ha fatto sapere dal ritiro della nazionale che dopo gli Europei parlerà con Luis Enrique. «Al Barça mi trovo bene ma voglio giocare di più», le sue parole. Difficile che accada con l’arrivo di Umtiti. La Roma rimane alla finestra. Mancino, esperienza e qualità da vendere, Vermaelen è la prima scelta di Spalletti al centro. L’alternativa (di piede) resta Juan Jesus.

(Il Messaggero – S. Carina)



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