Decolla la Roma, vola a prendere un po’ d’entusiasmo da James Pallotta, aspettando qualche dribbling vincente sul mercato di Walter Sabatini. Decolla verso la Champions League, verso un bivio della stagione che è già lì davanti, nei pensieri e pure nelle gambe di Totti e Spalletti. Trenta convocati, tornano tutti i nazionali, qualche certezza riacquisita, la curiosità di Florenzi inserito tra i centrocampisti nella lista ufficiale, Szczesny che aspetta per imbarcarsi, Nacho giusto un po’ più a nord di Boston. Così la Roma fa il check-in.
RITMI SERRATI – Ma non sarà una passerella, non sarà una tournée rilassante. Non c’è tempo da perdere, ecco perché Spalletti ha stilato un programma serrato per le due settimane scarse di lavoro tra Usa e Canada. L’agenda sarà divisa in due. I primi giorni di lavoro, quelli che precedono l’amichevole con il Liverpool di Saint Louis, saranno pieni di doppie sedute. Poi arriveranno le partite: i Reds l’1 agosto, Montreal Impact il 3, prima del rientro a Roma. Al momento non sono fissate altre amichevoli al ritorno in Italia. Ed è difficile che Spalletti decida di inserire altri test in giro per l’Europa, se è vero che il 16 o il 17 agosto la Roma sarà già in campo per il playoff, match di vitale importanza, e il tecnico ha già in testa di far svolgere alla squadra una settimana tipo di allenamenti prima dell’esordio europeo.
AD HARVARD – Il teatro degli allenamenti di Boston non sarà più la Tufts University, come accaduto due anni fa: la squadra di Spalletti preparerà il playoff nella zona di Harvard, lì dove si è allenato anche Lionel Messi con l’Argentina durante l’ultima Coppa America. Casa Pallotta, in fondo, vicino a dove il presidente ama ritrovarsi a giocare a basket con i suoi vecchi amici. Lui che sarà una presenza assidua del ritiro giallorosso. E, come ormai consuetudine, ospiterà Totti e compagni a cena da Nebo, il ristorante delle sorelle del presidente che due anni fa fu il teatro del confronto con Benatia. Chissà che stavolta l’appuntamento a cena non serva a tranquillizzare i bollenti spiriti di Manolas, magari con esiti diversi rispetto al marocchino. Il greco convive con un problema di lieve entità all’adduttore sinistro: comincerà a parte, poi si riaggregherà gradualmente ai compagni. Ma in fondo non è il fisico del greco a preoccupare.
(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini)
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