ULTIME NOTIZIE AS ROMA TRABZONSPOR MOURINHO – Sarà anche la prima partita ufficiale sulla panchina della Roma, ma José Mourinho ci tiene a ricordare che «sarà la mia gara numero 1996 o 1997. Perciò sono tranquillo e non penso molto a me stesso ma alla squadra, che per il lavoro che ha fatto merita di iniziare bene. Contro il Trabzonspor saranno due partite toste ma faremo il possibile per qualificarci».
Dopo le amichevoli, è arrivato il giorno della Conference League, scrive il Corriere della Sera. La Roma torna in Europa a 105 giorni dalla semifinale di ritorno di Europa League contro il Manchester United e i punti tornano a essere pesanti.
I giallorossi ritrovano vecchi amici come Gervinho e Bruno Peres, più vecchie conoscenze della serie A come Hamsik e Cornelius, ma non c’è tempo per i ricordi né per le scuse, come i 20mila tifosi turchi e il Trabzonspor più avanti nella preparazione perché ha già giocato il playoff contro il Molde (eliminato ai rigori) e vinto 5-1 la prima di campionato: «Tutto questo è vero ma non voglio alibi prima della partita. Non abbiamo Smalling e Villar, ma mi fa piacere aver portato cinque ragazzini. Abbiamo un ottimo atteggiamento, so cosa significa giocare in Turchia e posso esprimere ai giocatori la difficoltà. Ma anche per chi non gioca da un anno e mezzo con i tifosi può fare piacere».
La formazione è fatta: al posto dell’infortunato Samlling giocherà Ibanez. Il centravanti sarà Shomurodov, visto che Abraham è a Londra per problemi burocratici ma è stato comunque inserito nella lista per la Conference: «Non paragonateli con gli altri centravanti che ho allenato in passato. È naturale farlo, ma pericoloso. È una pressione extra di cui non hanno bisogno. Eldor e Tammy sono profili diversi ma giocatori bravi, possono giocare insieme. Sono super contento. Non voglio nascondere che quando si è iniziato a parlare dell’addio di Dzeko ho sentito una sensazione non di paura, ma di preoccupazione. Tiago Pinto e la proprietà hanno risolto la situazione in modo fantastico con Abraham. I miei attaccanti giovani non sono esperti come Dzeko, Cristiano, Ibrahimovic o Giroud, ma abbiamo completa fiducia in loro».
La sfida è fare bene nella difficile situazione del calcio mondiale: «Tempo è una parola chiave da quando ho iniziato a parlare con la proprietà. È una parola che sarà qui fino a che non saremo davvero un club altamente professionalizzato. Qualche volta una squadra vince qualcosa isolatamente dal contesto ma la proprietà non vuole questo, vuole costruire. Tempo e filosofia sono i concetti più importanti ora. Evoluzione senza risultati è difficile da capire per la gente ed è difficile conviverci per uno come me. Il tempo sarà sempre un ingrediente del nostro lavoro ma vogliamo fare le cose bene. Vogliamo migliorare e fare risultati». Da stasera.
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