AS ROMA NEWS SLAVIA PRAGA EUROPA LEAGUE – Come si prepara Romelu Lukaku al ritorno a San Siro dove verrà rumorosamente accolto da traditore? Segnando. E l’ottavo gol in dieci partite giallorosse non può che mantenere alta fiducia e spavalderia.
Come riferisce La Gazzetta dello Sport la Roma non è soltanto Lukaku, d’accordo, anzi il migliore è El Shaarawy, ma avere il suo uomo di punta in piena esuberanza psico-fisica fa scordare la latitanza forzata del duo di creativi Dybala-Pellegrini e i rattoppi che cercano di tenere legata la squadra, perché l’emergenza infortuni continua. Ma in Europa resta a punteggio pieno e la Roma è favorita per il primo posto.
La banda di Mourinho fra l’altro mette la firma sulla partita nel primo tempo, quando Lukaku è più effervescente, mentre nella ripresa il belga, in gol per la 14a gara di Europa League consecutiva, sfiora il tris dopo un’ora e poi rallenta, cominciando a pensare all’Inter, fino al cambio nel finale.
La squadra lo segue, lascia qualche pallone di troppo sulla trequarti con il teorico rischio di far rientrare in partita lo Slavia, ma a parte su un erroraccio di Schranz non sente troppi brividi. Mou causa squalifica vede ancora la partita dall’alto della tribuna stampa, la sua scelta d’attacco è quella della punta leggera e più girovagante accanto a Romelu: quindi El Shaarawy e non Belotti che pure nel precedente euromatch aveva infilato una doppietta al Servette. Viene ripagato, all’azzurro manca solo il gol ma colpisce anche una traversa nella ripresa.
Luciano Spalletti in tribuna scruta (anche) il Faraone in versione punta come a Wembley, e “Elsha” ringrazia immediatamente per la visita perché la Roma è già avanti dopo 43 secondi dopo una sua iniziativa a sinistra che sfocia nel passaggio a Bove, autore del suo primo centro stagionale. L’aggressione alta dei giallorossi paga, pur se va tenuto conto degli errori del capitano dei ceki, Holes, che combina un disastro anche sulla seconda rete.
Lo Slavia non pressa i portatori, quindi è semplice il servizio in verticale di Ndicka per Elsha, la cui corsa con annesso servizio in profondità manda al tiro Lukaku, che brucia Ogbu. Lukaku incontrò lo Slavia anche quattro anni fa, in Champions quando era all’Inter: a Praga ancora ricordano quella serata in cui il belga segnò un gol, fece due assist a Lautaro, colpì una traversa e altre due reti gli vennero annullate. Sentì molti insulti: il centravanti ha tenuto aperto il conto e ancora non lo ha chiuso; sono così inutili i tentativi dello Slavia di cambiare la linea difensiva, il danno è già fatto.
La Roma ha anche il merito di non chiudersi troppo subito dopo le due reti, mentre nella seconda parte va più di controllo. Lo Slavia si presentava da primo del girone per la differenza reti, nei due match vinti aveva segnato otto volte senza mai prenderne. Adesso deve inseguire.
Il terzo pieno consecutivo in Europa League dei giallorossi, quinta vittoria di fila in generale, è una discreta garanzia sul primo posto, che farebbe evitare il turno supplementare di febbraio, quando le seconde dell’Europa League incontreranno le terze retrocesse dalla Champions. Basterà evitare di compromettere il tutto a Praga; quanto all’Europa in generale, il cammino proseguirà anche nel peggiore dei casi, visto che anche la terza resterà nelle coppe, pur retrocedendo in Conference; nessuno qui se lo augura, ma la Roma ha ora un vantaggio inattaccabile. E potrà sbarcare a San Siro con qualche certezza in più.
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