(Gazzetta dello Sport – M. Cecchini/ D. Stoppini) C’è una domanda che frulla nella testa di chi conosce le cose della Roma: quanti punti ha portato Alisson? Oppure: quale sarebbe la classifica giallorossa con un altro portiere? La qualificazione alla Champions, o le stesse semifinali di quest’anno, sarebbero stati traguardi raggiungibili? Ognuno è libero di avere la sua risposta, ma anche solo il fatto di discuterne dimostra quanto il tempo abbia dato ragione al lavoro del brasiliano. Oggi forse conviene ripensare alle parole di Taffarel, uno che di parate se ne intende: «Alisson è il Pelé dei portieri».
Alisson è l’anello della Roma, è quello che quando ti scappa dietro l’attaccante, puoi sempre sperare di scamparla. La Roma di Cagliari è solo l’ultimo esempio. Ne è piena la stagione della Roma. Eusebio Di Francesco in Sardegna s’è mostrato innamorato del brasiliano: “Non immagino una Roma senza di lui, fa tutto per la squadra. Voglio tanti giocatori che facciano parte di un’orchestra, lui lo fa al meglio“.
Non è un mistero che tanti club di prima fascia abbiano chiesto informazioni su di lui (Real, United, Psg, Bayern e Barcellona), sapendo che il suo cartellino ormai oscilla sui 70 milioni. Dopo i grandi ricavi della Champions (circa 100 milioni), l’impressione è che la Roma non voglia cederlo, pronta a rinnovargli il contratto fino al 2023, portando il suo ingaggio da 1,5 milioni a circa il triplo. Basterà? L’ultima parola toccherà anche ad Alisson.
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