Antoine Griezmann

(Il Tempo – A. Austini) Roma sorpassata e rimandata. Servirà l’ultima partita il 5 dicembre, in casa col Qarabag, per centrare la qualificazione agli ottavi di Champions. Da prima o seconda: è ancora tutto possibile, anche se adesso il Chelsea di Conte guida il girone. I giallorossi andranno avanti battendo gli azeri all’Olimpico, ma se l’Atletico non dovesse vincere a Londra, passerebbero il turno anche perdendo. Si poteva festeggiare già ieri, ma non era giornata. A Madrid è arrivata la prima sconfitta stagionale in Europa. Un 2-0 severo per quanto s’è visto, anche se la Roma, reduce dal dispendioso derby, è calata alla distanza, ha pagato i suoi errori di sufficienza sotto porta e un gol straordinario in semirovesciata di Griezmann: non segnava dal sette partite e si è sbloccato nel momento in cui l’Atletico sembrava ormai condannato all’eliminazione.

La Roma è scesa in campo al Wanda Metropolitano già da seconda in classifica, perché il Chelsea, con una spinta iniziale dell’arbitro, aveva fatto il suo dovere in casa del Qarabag. La squadra giallorossa è partita comunque sfrontata, senza paura, sfruttando i meccanismi che ormai ha imparato a memoria al di là degli interpreti. Di Francesco stavolta ha scelto quattro titolari nuovi rispetto al derby (Bruno Peres, Gonalons, Pellegrini e Gerson) ma in campo, per quasi un’ora prima del calo, si sono riviste tutte le caratteristiche positive costruite in questi mesi di partite e allenamenti: pressione sul portatore, recupero palla, scambi veloci e difesa attenta. Il difetto è stato nella precisione dei passaggi:davvero troppi errori. Il tecnico ha chiesto ai suoi di giocare sopratutto dalla parta di Thomas, schierato terzino destro da Simeone, e in chiara difficoltà nell’arginare le avanzate di Kolarov e Perotti. Ma ogni volta che è entrata in area, la Roma ha fatto cilecca. Uno stop di troppo, un controllo difettoso, un tiro lento, un cross sbagliato: Pellegrini e due volte Gerson hanno sprecato occasioni importanti e tenuto in vita l’Atletico. E Dzeko, stavolta, si è fermato presto. La squadra spagnola ha confermato le difficoltà nel costruire un gioco fluido ma, grazie alla qualità dei singoli, è riuscita comunque a impensierire più volte la retroguardia giallorossa. Una volta anche a segnare con Augusto Fernandez, ma l’arbitro ha annullato per il tocco di mano dell’argentino prima del tiro: giusto così.

L’inizio di ripresa ha illuso la Roma. Un palo un po’ fortuito di Nainggolan, un altro paio di incursioni pericolose, con Simeone che dall’altra parte iniziava ad aggiungere attaccanti (Correa e Gameiro, in mezzo anche Gabi) per l’assalto disperato. Nel momento in cui i giallorossi vedevano vicina la meta, ecco la prodezza di Griezmann. Reazione deboluccia, Defrel, entrato dopo Strootman, non ha inciso. Tantomeno El Shaarawy. Poi Bruno Peres s’è fatto cacciare col secondo cartellino giallo e la partita è finita lì, con Gameiro a dare un dispiacere a Monchi seduto in tribuna al fianco di Totti: l’autore del definitivo 2-0 era uno dei tanti talenti portati dall’attuale diesse giallorosso a Siviglia. La Champions della Roma, comunque, è tutt’altro che finita. Ora testa al campionato, un altro fronte molto interessante.



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