Per ora nuovi azionisti in vista per l’As Roma non ce ne sono. Al punto che la società giallorossa, nell’assemblea degli azionisti in programma per il 28 e 29 ottobre, rispettivamente in prima e seconda convocazione, ha deciso di “fare catenaccio”. Come? Coprendo le perdite con le riserve disponibili, che in questo caso nulla c’entrano con i giocatori in panchina ma rappresentano, di fatto, i “cuscinetti” di bilancio per le situazioni di emergenza. Il “rosso” cumulato negli anni, cui si aggiunge anche quello di esercizio di 10,4 milioni registrato al 30 giugno scorso e appena annunciato, ha toccato quota 173 milioni. Questo significa che la società presieduta da James Pallotta, che ne è anche primo socio, continua a ricadere nella fattispecie dell’articolo 2446 del codice civile, che disciplina i casi in cui il capitale diminuisce di oltre un terzo in conseguenza di perdite e impone di correre ai ripari. Già l’anno scorso si era posto lo stesso dilemma, che tuttavia era stato risolto rinviando, di fatto, ogni decisione all’assemblea di bilancio di ottobre, che a questo punto non può più fare melina ed è chiamata a risolvere il problema delle maxiperdite cumulate.

LA SPERANZA – Eppure la società della squadra allenata da Luciano Spalletti, quando aveva rinviato la decisione a quest’anno, aveva sperato di riuscire a smarcarsi dall’articolo 2446 del codice civile grazie ai ricavi ordinari. Che è vero che al 30 giugno, a livello consolidato, sono cresciuti da 180,6 a 219,4 milioni, sulla spinta soprattutto dei risultati conseguiti in Champions League, ma non sono stati sufficienti a riportare le perdite entro limiti che non facessero suonare l’allarme del 2446 del codice civile. Ecco che così l’assemblea dei soci di fine ottobre sarà chiamata a deliberare la copertura dei 173 milioni di euro di perdite con riserve disponibili, che in questo modo si ridurranno da poco più di 183 a una decina di milioni. È evidente che, se ci fossero stati alle viste nuovi azionisti pronti a iniettare risorse nelle casse della Roma, non sarebbe stato necessario decidere di attingere alle riserve per coprire le perdite. Nei giorni scorsi, indiscrezioni avevano raccontato che il presidente Pallotta si stesse muovendo in cerca di nuovi investitori, magari cinesi, ma la società aveva precisato che si trattava solo di individuare eventuali partner per la società del nuovo stadio. Si vedrà. Nell’attesa, gli attuali soci americani, guidati dal presidente-finanziere (è gestore di un fondo hedge) Pallotta, sono costretti a fare da soli. Ecco perché dal 30 giugno a oggi hanno già dovuto aprire il portafogli per 57,2 milioni. Tali risorse, spiega la relazione di bilancio dell’As Roma, «hanno permesso alla società di fare fronte ai propri fabbisogni derivanti dall’attività operativa e dagli investimenti effettuati, e di pagare regolarmente le retribuzioni dovute ai tesserati e le imposte correnti». Il budget che il club giallorosso ha approvato il 6 ottobre prevede che, con la gestione aziendale, si riescano a reperire «adeguate risorse finanziarie per continuare la normale operatività». Se, nella peggiore delle ipotesi, ciò non fosse possibile, il club «potrà fare affidamento sul realizzo dei suoi asset aziendali, e in particolare sui diritti pluriennali alle prestazioni sportive dei calciatori, il cui valore di mercato complessivo, ampiamente superiore a quello contabile, rappresenta una solida base di sicurezza per la continuità aziendale». La società sottolinea, inoltre, che a oggi il socio di riferimento, tramite il veicolo di controllo Neep Roma Holding, «non è mai venuto meno agli impegni assunti». Insomma, dopo l’assemblea di fine ottobre, sarà una Roma totalmente ripulita dalle perdite ma con riserve disponibili di bilancio ridotte al lumicino quella che proseguirà una stagione complessa. In cui a spingere i ricavi ci sarà solo la Uefa Europa League e non la Champions.

(Il Messaggero – C. Scozzari)



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