Perso Pjanic, ora la priorità è diventata la permanenza di Nainggolan. Si profila un lungo braccio di ferro tra la Roma e il belga che in un crescendo, stile Bolero di Ravel, non perde occasione per mettere in dubbio la sua permanenza nella Capitale. L’intento è chiaro: ridiscutere quanto prima il suo contratto. Il pressing del Chelsea inizia a dare i suoi frutti. Non tanto sull’offerta avanzata al club giallorosso che rimane quella di un mese fa (30 più bonus per una somma intorno ai 32 milioni) quanto sul calciatore. Radja, pur ribadendo (a parole) la ferma volontà di rimanere (anche se, dalle ultime dichiarazioni, si è affievolita anche questa: «Se resterò alla Roma? Non lo so, vedremo») ha capito che questo è il momento migliore per provare a forzare la mano e alzare la posta in gioco. Viene da un fantastico girone di ritorno in serie A (6 in 18 gare), è prossimo a disputare un Europeo da protagonista e si sente forte dell’offerta dei Blues che agita come uno spauracchio in attesa di un rilancio giallorosso. A Trigoria, però, fanno muro. Da parte della Roma non c’è nessuna intenzione di rinegoziare un accordo che il belga ha prolungato appena 11 mesi fa sino al 2020 e che lo ha visto salire nella hit-parade degli ingaggi della rosa nelle primissime posizioni (guadagna 3,5 milioni a stagione). Anche perché accontentare Radja, provocherebbe un effetto a catena che Sabatini ha già chiarito il 18 maggio di voler evitare: «Se qualcuno pensa di venir a bussare alla porta del mio ufficio ha capito male». In realtà la fila è già numerosa. Prima ha bussato Pjanic, che non è stato accontentato e quindi è stato ceduto. Poi Manolas, al quale è stato chiesto invece di pazientare ma rassicurato sul fatto che entro l’estate verrà accontentato. Ora è il turno di Nainggolan. A differenza di Pjanic, che aveva più forza contrattuale rispetto al belga essendo in scadenza nel 2018, con Radja la Roma, se vuole, può resistere. Anche senza rifargli il contratto, come invece la permanenza del bosniaco avrebbe prima o poi obbligato il club.

LUCIO INQUIETO E Spalletti? Ancora una volta era stato buon profeta. E soprattutto sincero: «È difficile rassicurare in un mercato così aperto», aveva detto non più tardi di 5 giorni fa. L’auspicio di limitarsi nel «mettere a punto i particolari senza toccare il motore, perché la squadra ha dei bei cavalli che andrebbero mantenuti», è già stato disatteso. Nel colloquio avuto con Pallotta, Lucio è stato chiaro. È lusingato dei complimenti, dell’affetto della piazza, del fatto che il club è pronto a proporgli (presumibilmente nella tournée negli Usa) un rinnovo contrattuale ma ha ribadito di volere una squadra competitiva. A partire dal portiere. Nel ruolo la sua richiesta è nota: Szczesny. Sabatini è pronto ad accontentarlo rinnovando il prestito del polacco al quale stavolta andrà pagato l’ingaggio per intero (in questa stagione la Roma si era limitata a 2,5 milioni lordi). Lo scoglio è legato alla modalità di acquisto futuro (che l’Arsenal vuole inserire): a Trigoria propendono per il diritto di riscatto, a Londra l’obbligo. Poi c’è l’affaire-Digne. A metà mese scade la possibilità di esercitare l’opzione. Per Sabatini cambia poco: forte della volontà del ragazzo, continua a tirare sul prezzo, incurante dei giorni che passano. Il Psg (che esige oltre al prestito, l’obbligo di riscatto) è sceso a 15 milioni, la Roma offre 11-12. A Trigoria si sono già cautelati bloccando, dietro indicazione del tecnico, Mario Rui (3+6 milioni): lunedì l’agente incontra Sabatini. Per Nacho il Real Madrid chiede 15 milioni: ds interessato a patto che si possa acquisire in prestito con diritto di riscatto. In mediana per il post Pjanic salgono le quotazioni di Wijnaldum del Newcastle. Capitolo cessioni: Sadiq conteso da Bologna e Crotone. La Fiorentina lavora per riportare Ljajic in viola, Paredes verso Genova, sponda blucerchiata.

(Il Messaggero – S. Carina)



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