Tre punti in più, un Florenzi in meno. Non riesce a godersela fino in fondo questa quarta vittoria di fila in campionato la Roma, che a Reggio Emilia sul campo del Sassuolo dimostra di essere la vera anti Juve ma perde una pedina fondamentale per l’ennesimo infortunio al ginocchio sinistro. Una maledizione incredibile, anche se i primi controlli sembrano scongiurare almeno la rottura del legamento crociato. II responso ufficiale è arrivato nella notte, intanto bisogna godersi una Roma finalmente grande, tranne il solito approccio molle in trasferta. Il grande trascinatore e sempre lui, Edin Dzeko, che risponde subito a distanza al laziale Immobile e si tiene la vetta della classifica cannonieri. Ha segnato 10 gol in 10 partite, di media più di uno ogni 90 minuti visto che ha saltato due primi tempi, gli stessi di Batistuta nell’avvio del campionato dell’ultimo scudetto. E il modo con cui ha ribaltato la gara in casa col Sassuolo ricorda proprio un famoso Parma-Roma del 2000, in cui il Re Leone firma la rimonta da grande protagonista. Non solo Dzeko, ma anche un De Rossi sontuoso, mai così continuo da tempo, simbolo di un gruppo che sta trovando il carattere e la forza della squadra vincente. E poi il momento d’oro di El Shaarawy, i progressi di Emerson (soprattutto quando bisogna attaccare), la sicurezza inossidabile di Fazio, il gol di Nainggolan che può sbloccare il Ninja e il rientro di Rüdiger proprio nella sera in cui si fa male Florenzi. Ora i giallorossi sono secondi in solitaria, i punti di distanza dalla vetta restano due alla vigilia di Juve-Napoli.

Ma col Sassuolo non è stata una passeggiata, anche se alla fine arriverà il quarto successo su quattro gare al Mapei. In avvio la Roma va in difficoltà di fronte gli «assatanati» ragazzini messi in campo da Di Francesco, a cominciare dai tre ex del vivaio Pellegrini, Mazzitelli e Politano, che hanno una gran voglia di dimostrare il logo valore per far pentire qualcuno a Trigoria. I rischi dalle parti di Szczesny si susseguono e arriva puntuale il vantaggio neroverde, a punire una dormita difensiva: il gol lo segna Cannavaro, non gli accadeva da oltre tre anni… La partita è un flipper, azioni di qua e di la. La Roma la prende in mano in chiusura di primo tempo e si espone inevitabilmente a qualche sporadico contropiede dei padroni di casa. Una botta pazzesca di Nainggolan viene fermata dalla traversa, poi è Salah a sfiorare il pareggio con un cross che finisce per sfiorare il palo e Adjapong in il raddoppio per il Sassuolo. E di nuovo il legno rinvia l’esultanza di Dzeko. Spalletti cambia nella ripresa. Dal 4-2-3-1 di partenza ridisegna la Roma con il 4-3-3, allargando sul centro sinistra Nainggolan. Dopo 11 minuti arriva il meritatissimo pareggio grazie al il nono sigillo del bosniaco in campionato, su assist di Salah, bravo a non fermarsi per una trattenuta di Peluso e a servire con precisione l’attaccante. All’egiziano capita il pallone del sorpasso ma Defrel, che glielo aveva regalato, si immola sulla linea per cacciar via il tiro strozzato dall’intervento di Consigli. Strootman, reduce dal mal di schiena causa impegni in Nazionale, resiste poco più di un’ora prima di lasciare il posto a Paredes. La mossa è il preludio allo scatto decisivo. Lirola appena entrato stende Dzeko in area e lo stesso Edin spacca la porta col decimo centro stagionale. Uno a partita: devastante.

Neanche il tempo di esultare e Nainggolan firma il tris. Spalletti a quel punto si copre con Rüdiger al posto di El Shaarawy. Il rientro del tedesco sembra il lieto fine di una serata bellissima e invece Florenzi, da solo, si fa male al ginocchio. Compagni subito disperati e un labiale del terzino inequivocabile rivolto a Spalletti mentre usciva dal campo in barella: «Mister, mi sono rotto il crociato». II toscano si dispera, con lui Ventura in tribuna. Ma, forse, arriverà una diagnosi un po’ meno grave.

(Il Tempo – A. Austini)



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