Edin Dzeko

(Il Messaggero – U. Trani) Il 2 maggio come il 10 aprile: bisogna ripetersi, mercoledì prossimo. E trattare il Liverpool come il Barcellona. Facile a parole. Che sono poi quelle uscite, anche a caldo, dallo spogliatoio della Roma che, dal novembre 2015, non aveva più preso 5 reti (al Camp Nou contro il Barça: 6-1) «Bisogna provarci». L’espressione di Monchi è seria. Il ds è il primo a metterci la faccia. «Siamo in un momento difficile, il risultato non è buono ma fino a dieci minuti prima della fine era anche peggio. Adesso abbiamo qualche possibilità. Dobbiamo provare a fare quello che abbiamo fatto con il Barcellona. Ho fiducia nella mia squadra, anche se il Liverpool sarà più preparato». Nessuno riesce a capire come mai i giallorossi si siano fermati a metà del primo tempo. «Difficile trovare una spiegazione. L’atteggiamento iniziale è stato buono. Ma alla prima loro azione, quella di Manè, abbiamo preso paura. Adesso abbiamo un po’ di speranza, dobbiamo provarci fino alla fine e avere fiducia. I tifosi saranno con noi. Giochiamo all’Olimpico con 60 mila tifosi e 90 minuti in casa sappiamo che sono molto lunghi. L’abbiamo fatto una volta contro il Barcellona e quindi perché non farlo due volte? Abbiamo fatto tutto male per prendere 5 gol, ma eravamo morti e poi abbiamo ripreso vita. E avuto altre chance per segnare: 4 o 5. Bisogna crederci. Sfruttando le occasioni e migliorando in difesa. Credo sia stato un problema di testa».

NESSUNA RESA – «Ci aggrappiamo a quello già fatto, che di sicuro ci dice che è possibile. Abbiamo il diritto ed il dovere di crederci e provarci per noi e per la gente che vuole bene alla Roma. Dovremmo far sì che i nostri tifosi possano vivere una sera come hanno già vissuto». Il messaggio di De Rossi al gruppo e alla piazza. Il 5 a 2 di Anfield è diverso, però, dal 4 a 1 al Camp Nou. «L’unica differenza è nel tipo di ko: a Barcellona mi è sembrato sfortunato e dubbio. Qui siamo partiti bene, ma poi abbiamo sofferto su quello che conoscevamo: la loro profondità. Ci servirà da lezione per il ritorno. In Spagna ci era sfuggita di mano per sfortuna ed episodi. A Liverpool, invece, c’è stato un black out, ma questo ci deve servire per preparare la prossima sfida. Noi siamo gli stessi, lo stadio sarà lo stesso. Loro sono forti, hanno messo in difficoltà tutti. Abbiamo preparato una partita su una loro partenza forte e siamo stati bravi. Ma poi nel coprire la profondità lo siamo stati meno. E’ difficile farlo quando gli altri sono più veloci di te. Tutta la squadra ha sofferto, peccando di poca aggressività: loro hanno avuto tempo e modo di giocare. Salah è un grande giocatore e anche una grande persona. Pure se in una serata del genere sono felice per lui. È migliorato molto negli ultimi 16 metri, sta diventando decisivo». Sabato è di nuovo campionato: «Lottiamo contro due big come la Lazio e l’Inter. La stanchezza non è fisica, perché la rosa è larga: gli ultimi risultati lo hanno dimostrato. Mentalmente la Champions ti distrae, ma non possiamo permettercelo perché mancano 4 partite». Florenzi ammette: «Morti dopo mezz’ora, daremo tutto al ritorno». Fazio è d’accordo: «Ce la giocheremo fino all’ultimo secondo».



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