Problemi in difesa, certo. Difficoltà a far decollare Dzeko, d’accordo. Centrocampo “corto”, verissimo. Totti ha quasi 40 anni, ineluttabile. Ma fra i problemi che assillano la Roma c’è anche l’assenza di coraggio. Diceva Spalletti all’alba del suo mandato bis a Trigoria: «Bisogna avere voglia di andare a vedere cosa c’è dietro la linea della difesa avversaria» e sembrava aver convinto i suoi calciatori a osare, spingersi fino al confine delle proprie capacità e oltre. La Roma ha cominciato questa stagione coraggiosamente, andando a comandare l’avvio di partita a Oporto, resistendo in dieci per tutta la ripresa. Dopo il crack dell’Olimpico contro i portoghesi, a Cagliari come nel primo tempo con la Samp; a Plzen e a Firenze, in campo si prova diligentemente a fare quello che chiede il mister, ma niente extra. Se funziona bene, altrimenti amen. «Manca la ferocia», sottolinea Spalletti. E che sia un gruppo scoraggiato lo si capisce anche perché non strilla davanti alle sviste di Rizzoli. Testa bassa e buonanotte al secchio. Sembra il trionfo dell’accidia in chi, ormai, è convinto di non poter ambire a nulla. Eppure è solo settembre, c’è tutta una stagione da giocare. Chi glielo spiega alla Roma?

(Leggo – R. Buffoni)



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