Rassegna stampa
La Roma la gioca così: difesa a 3 e Mkhitaryan. Ma ha perso Zaniolo
NOTIZIE AS ROMA FONSECA – Tre. Sembra quasi il numero perfetto su cui Paulo Fonseca sta costruendo la sua Roma attuale e magari anche futura. Tre come la difesa verso la quale ha oramai virato da 4 gare (Napoli, Parma, Brescia e Verona), ma tre anche come i tenori a cui si affida davanti e che anche stasera proveranno a fare male all’Inter: Pellegrini, Mkhitaryan e Dzeko. Se poi tre sarà davvero un numero perfetto lo vedremo magari solo a fine agosto, dopo che anche l’Europa League sarà andata definitivamente in archivio.
Intanto, però, la brutta notizia arrivata dall’allenamento di ieri è lo stop di Zaniolo: risentimento muscolare al polpaccio sinistro, gli esami hanno escluso lesioni. Il grande ex della partita resterà però a riposo. E allora Fonseca si affiderà soprattutto alla fantasia e alla sostanza di Mkhitaryan, l’uomo che più di tutti in questo momento può cambiare volto alla partita. Da quando lui e Pellegrini giocano più vicino a Dzeko, la Roma è tornata anche ad essere più pericolosa ed a costruire di più.
«Pellegrini sta bene, mentalmente e fisicamente» ha assicurato ieri il portoghese. Ed infatti Lorenzo vorrà dimostrarlo stasera, dopo le critiche (qualcuna di troppo) ricevute nelle ultime partite. Lui e Micki scambiano spesso con Dzeko, creando densità centralmente. Con il compito, tra l’altro, di andare anche a pressare i primi portatori di palla avversari in fase di non possesso.
Stasera, così. la Roma giocherà praticamente a specchio rispetto all’Inter di Conte. Già, proprio lui, l’allenatore che per primo venne contattato dai giallorossi la scorsa estate e senza il cui rifiuto oggi Fonseca non sarebbe sulla panchina romanista (anche se poi, in verità, prima di virare sul portoghese a Trigoria avevano parlato assiduamente anche con Gasperini, Mihajlovic e De Zerbi).
All’andata Fonseca portò a casa un buon 0-0, considerando anche il momento della Roma. Stavolta punta a fare bottino pieno, un po’ con le stesse armi di Conte: esterni a tuttafascia che diventano spesso le ali aggiunte e una cerniera in mezzo al campo fatta di muscoli e geometrie.
Così la Roma stasera dovrebbe insistere lateralmente con Spinazzola a sinistra e Bruno Peres a destra («Con questo modulo abbiamo bisogno di un giocatore più offensivo e Bruno lo è, forte nella fase offensiva»), mentre al centro accanto all’insostituibile Veretout stavolta dovrebbe giocare Cristante (al posto di Diawara, titolare nelle ultime tre). «Dovremo pressare il più alti possibile – continua Fonseca – Conosciamo bene l’Inter, Conte è un grande allenatore, ma abbiamo lavorato sulle possibili situazioni di gara».
Ma è chiaro che poi a fare la differenza per la Roma sarà anche il terzetto di difesa. Dietro a gestire la retroguardia giallorossa dovrebbe essere ancora il giovane Ibanez, che Fonseca ha oramai lanciato definitivamente («È veloce e sa costruire il gioco», ha detto giorni fa).
Titolare da 4 partite consecutive, con lui dovrebbero esserci Mancini (auguri, ieri è diventato papà della piccola Ginevra) e Kolarov («La sua partita con il Verona mi è piaciuta molto, può giocare con continuità in quella posizione»). Smalling, invece, partirà dalla panchina, pronto ad entrare in corsa in caso di necessità, dopo uno stop di quasi due settimane per l’affaticamento all’adduttore.
(Gazzetta dello Sport)
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