Luciano Spalletti

«Mancano 15 giorni, poi saprete tutto». Sono quelle due settimane che separano dalla fine del campionato e Luciano Spalletti dall’inizio del suo futuro. Quindici giorni in cui Spalletti proverà a portare la Roma in quel porto che si chiama Champions League (diretta), per poi scegliere e – magari – togliersi anche qualche piccolo sassolino dalle scarpe. E in cui la Roma può iniziare a programmare un futuro che, con l’eventuale ritorno nella massima competizione europea, sarebbe sicuramente più roseo e sorridente.

A Trigoria la questione-allenatore tiene banco da un po’. Anche la dirigenza giallorossa si interroga. E parla, sonda, cerca di capire quale può essere la strada migliore per il futuro. Con il nuovo d.s. Monchi che è stato molto chiaro («Io voglio andare avanti con Spalletti e proverò a fare di tutto per convincerlo a restare») e l’a.d. Umberto Gandini che ieri ha toccato l’argomento così: «Se Spalletti resterà con noi come speriamo, benissimo. Altrimenti avremo delle soluzioni pronte. Stiamo pensando anche al dopo, non siamo abituati a farci trovare impreparati».

Quali sono le idee in testa alla dirigenza giallorossa nel caso in cui Spalletti tra 15 giorni comunicasse davvero alla società di voler andar via? A Trigoria gira da tempo un identikit: tecnico italiano o, per così dire, «assimilabile». Nel senso uno che conosca già bene il campionato italiano, la materia, le dinamiche del nostro calcio. Ecco perché per un po’ la candidatura di Vincenzo Montella aveva preso piede, nonostante i rapporti non eccellenti con qualche dirigente giallorosso. Montella però resterà in rossonero ed allora ad oggi la triade di nomi su cui si sta ragionando sono quelli di Emery (Psg), Di Francesco (Sassuolo) e Paulo Sousa (Fiorentina), che domenica era all’Olimpico per assistere a Roma-Juventus e che molti hanno visto prendere appunti in modo molto interessato.

A meno che, poi, Spalletti non realizzi un colpo a sorpresa e non comunichi la sua disponibilità alla Roma per poter firmare il rinnovo contrattuale. Molto difficile allo stato attuale. Con l’Inter che è sempre lì alla finestra che lo tenta per potenzialità economiche e progettualità. Dall’altra parte, però, c’è la Roma, appunto. Volente o nolente, un pezzo del suo cuore. E della sua storia calcistica da allenatore. Da quando è tornato alla guida della Roma, Spalletti in campionato ha portato a casa la bellezza di 127 punti in 55 gare, alla media di 2,3 per partita. Un’infinità, un cammino difficilmente replicabile anche in futuro. Fare di più, almeno in campionato, vorrebbe dire vincere. E Spalletti se la sente davvero di accettare questa scommessa?

(Gazzetta dello Sport)



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