Edin Dzeko e Mohamed Salah

La Roma fa il minimo sindacale per confermarsi prima forza del girone di ritorno e sperare ancora. Con il 3-0 facile facile di Bologna sono 30 punti in 12 partite, uno in più della Juve, e lo scontro diretto all’Olimpico al quale però presentarsi a -3 per sognare un sorpasso. A Spalletti resta il rimpianto che una gestione meno dispendiosa dei suoi avrebbe evitato inciampi con tutta probabilità fatali. Vincendo le ultime sette la Roma può arrivare a 92, mentre la Juve a 98: in mezzo lo scontro diretto, la differenza-gol e il Barcellona che un po’ di voce in capitolo avrà.

Per i giallorossi va fatto lo stesso discorso che a volte coinvolge la Juve. La superiorità conclamata che spinge a tirare il freno a mano, a «gestire», a far circolare la palla spesso per vie orizzontali o arretrate (possesso 60% finale, quasi 70 nel primo tempo) aspettando l’imbucata buona. Due tiri veri nel primo tempo e due gol (Fazio da angolo sottorete, Salah in scatto su appoggio di Dzeko); il contropiede di Perotti (su lancio perfetto di Salah) per offrire al bosniaco il 3-0 nel finale. In mezzo il controllo, concetto ormai chiave. Con l’Atalanta, si presume, non sarà la stessa cosa.

(Gazzetta dello Sport)



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