Come aiutare la «sporca dozzina»? La Roma vince anche a Udine e dà un altro segnale di maturità nella corsa allo scudetto. L’errore di Dzeko, evoca fantasmi del passato, ma adesso non paga più dazio. Le parate puntuali di Szczesny, il ruolo sempre più importante di Fazio, la fisicità di Manolas, l’aiuto di Strootman a tutte e due le fasi della manovra, la possibilità di buttare la palla lunga su Dzeko per saltare il pressing alto avversario quando serve: sono i tasselli di un puzzle che ha curato il mal di trasferta preso a Bergamo e allo Juventus Stadium. Il problema è la rosa corta. La squadra giallorossa, ieri, era davvero all’osso e il periodo in cui si giocherà ogni tre giorni sta arrivando. La Roma, ieri, ha chiuso la gara con una sola sostituzione: Totti per El Shaarawy.

L’aziendalista Spalletti è sempre attento nella scelta delle parole. Non pretende nulla, ma fa capire. Dice che questa squadra l’ha scelta lui e che gli va bene. Certo, domenica rientreranno Ruediger e De Rossi, ma non ci sarà Juan Jesus (squalificato) e le condizioni di Perotti vanno monitorate giorno per giorno. Per lottare davvero per lo scudetto serve qualcosa che sia pronto all’uso. Per Spalletti i nomi erano Rincon e Papu Gomez, non Musonda. La «sporca dozzina» è bastata per battere un’Udinese combattiva ma un po’ confusa. La Juve è più vicina, la gente sogna, il mercato è fermo. Che cosa vuole fare Pallotta?

(Corriere della Sera)



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