Edin Dzeko

(Il Messaggero – U. Trani) La Roma si prende definitivamente e meritatamente il 3° posto e, per il 2° anno di fila, va direttamente alla fase a gironi della Champions. Di Francesco sale sul podio e a prescindere dal successo da ex contro il Sassuolo nell’ultima gara esterna della stagione (0-1): il risultato dell’Olimpico lo avrebbe comunque premiato. Fuori casa i giallorossi hanno confermato di avere il ritmo giusto. È accaduto fin dal 1° match del 20 agosto a Bergamo. Da scudetto. Perché, lontano dall’Olimpico, hanno conquistato 42 dei 77 punti, senza prendere gol in 12 dei 19 viaggi (12 vittorie). Il distacco dalla Juve campione (7° scudetto) è pero pesantissimo: 18 punti, il peggiore di questo quinquennio. Il gruppo è dunque da perfezionare per competere anche in Italia, dopo la splendida avventura in Europa.

RICORDO AFFETTUOSO La Roma, sulla maglia bianca da trasferta, ha il nastro nero del lutto per ricordare Gaetano Anzalone e non il suo lupetto che è riapparso fiero nella scorsa stagione. E la tifoseria giallorossa, numerosa anche a Reggio Emilia per l’ultima trasferta del torneo, mette per iscritto, con lo striscione alzato nel settore ospiti prima dell’inizio del match, il saluto al presidente gentiluomo che nella notte tra giovedì e venerdì ha chiuso gli occhi per sempre. La curva neroverde del Mapei Stadium ringrazia, invece, il Sassuolo per la nuova salvezza conquistata (e pronto a iscriversi quindi al 6° torneo consecutivo di serie A) e contemporaneamente anche l’ex Di Francesco che qui si è fermato per i 5 migliori anni della vita del club.

PASSERELLA FINALE Non c’è cattiveria e nemmeno agonismo per metà partita. Che cambia nello svolgimento e nell’intensità per l’autogol casuale (il 5° a favore) che quindi nessuno si aspetta. Quasi all’improvviso e in attesa di rientrare negli spogliatoio per l’intervallo, la Roma si ritrova in vantaggio. Manolas entra in area e, scansato Duncan che tenta il recupero, va al tiro. Traversa, prima della deviazione decisiva di Pegolo che involontariamente fa da sponda per il rimbalzo fatale. Fino a quel momento i giallorossi, subito capaci di prendersi l’iniziativa, hanno rischiato solo di farsi trovare scoperti su qualche ripartenza organizzata da Iachini a sinistra dove Florenzi è svogliato e disordinato. Skorupski, nella notte in cui gioca l’unica partita di campionato di questa stagione (ha avuto spazio solo il 20 dicembre contro il Torino nell’ottavo di Coppa Italia), è bravissimo a chiudere su Politano, rapido a girare in porta l’invito di Berardi. Schick, invece, ha colpito il palo esterno proprio all’alba del match, prima di uscire di scena, perdendo contrasti e palloni. E scivolando sempre sul più bello.

COPIONE AFFIDABILE Il 4-3-3 di Di Francesco tiene nella ripresa quando il Sassuolo alza il ritmo per cercare il pari. La traccia giallorossa rimane valida. Anche se Alission è a casa, capitan De Rossi rimane in panchina e Nainggolan squalificato. La Roma non è di scorta e sa difendere il gol di vantaggio anche nella sera in cui il risultato conta poco o niente. E, pure cambiando portiere, riesce a festeggiare il 18° clean sheet in 38 gare di campionato (23°, contando i 5 in Champions, in 51 partite). Kolarov partecipa, fino all’ultimo scatto, per proteggere la porta di Skorupski: da applausi il recupero su Babacar, in diagonale. Gonalons si dedica all’interdizione, Strootman alla costruzione. La difesa, la seconda della serie A (28 reti subite), è da vertice. L’attacco no (61 gol realizzati): è il 5° del toreo. Dzeko, unica punta del gruppo in doppia cifra, resta a digiuno prima di tagliare il traguardo: Pegolo, davanti al centravanti, si riscatta nel finale.



FOTO: Credits by Shutterstock.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA

🚨SEGUICI IN DIRETTA🚨