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Rassegna stampa

La Roma ricomincia da 4. L’Udinese regge un tempo

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Si può discutere un 4-0? Onestamente è complicato, anche alla luce del volume di gioco e di occasioni (magari non nitide) che la Roma crea nell’arco di un match vittorioso ai danni dell’Udinese, santificato dalla doppietta su rigore di Perotti e dalla reti di Dzeko e Salah. I 20 tiri verso lo specchio, il gol salvato sulla linea da Widmer, il 73% di possesso palla sono dati che raccontano una supremazia netta, ma se il calcio è fatto anche da episodi non si può non evidenziare come due episodi abbiano svantaggio i friulani: il probabile rigore del primo tempo di Emerson su Widmer e il fuorigioco non fischiato a Dzeko in occasione del primo penalty giallorosso, quello che ha sbloccato il match.

RUGGINOSA – Domanda: cosa sarebbe successo se lo sfortunato arbitro Di Bello e i suoi assistenti avessero visto meglio? L’impressione è che la Roma, rugginosa nell’esordio del campionato, alla fine avrebbe vinto lo stesso, anche se alla fine il destino chiede pegno ai padroni di casa, visto che l’ottimo Manolas si ferma per un problema all’adduttore e Paredes lascia addirittura la squadra in dieci per un pestone rimediato nel finale. Morale: contro il Porto la difesa forse sarà da inventare e qualche dubbio sulla tenuta del reparto c’è. Insomma, tra i meno di 30.000 spettatori sugli spalti (molti ultrà della Sud hanno ancora una volta scioperato) qualche brivido è corso.

SENZA FANTASIA – A differenza della sfida di Champions i giallorossi schierano il neo acquisto Bruno Peres, puntano su Emerson sulla fascia e Paredes in regia, rilanciando poi El Shaarawy in attacco al posto di Perotti. Il disegno tattico è un 4-2-3-1, con Nainggolan alle spalle di Dzeko e i brasiliani della difesa pronti (e più abili) a spingere. Rispetto alla scorsa stagione, partito Pjanic e con Perotti in panchina, in una partita giocata a ritmi bassi a causa anche del caldo, nel primo tempo la manovra denuncia tanta assenza di fantasia. Non è un caso che, seppure tiri e angoli giallorossi fiocchino, le occasioni nitide siano poche, con Karnezis che deve intervenire solo sulle conclusioni di Bruno Peres, El Shaarawy e un colpo di testa di Dzeko.

UDINESE VIVA – Certo, l’imprecisione sotto porta si nota, ma il 3-5-2 dell’Udinese, con Widmer e Ali Adnan sempre pronti a scalare sulla linea dei difensori, non demerita. Anche perché nelle ripartenze lo stesso Widmer e Zapata si fanno vivi con discreta vivacità, appoggiati a turno da Badu e Hallfredsson, anche se al momento dell’ultimo passaggio gli errori non mancano, tant’è che Szczesny deve intervenire solo su un tiro di Zapata. Morale: l’Udinese è viva, e così il goffo intervento di Emerson su Widmer al 17’ può anche portare i bianconeri dal dischetto: ma l’arbitro decide diversamente e da quel momento la partita vira verso i padroni di casa, anche se in chiusura di tempo De Paul, solo in area, impatta male un cross di Badu.

GOL NELL’ARIA – Nella ripresa la Roma alza il baricentro, fa entrare l’eccellente Perotti e sposta in avanti i due esterni bassi, facendo abbassare a turno i due mediani per fare il quarto di difesa e allargare la mediana bianconera. Ne vengono subito tre occasioni da gol: Nainggolan che tira alto, Dzeko che costringe Karnezis al miracolo e Widmer che salva sulla linea un cross di Peres deviato dall’ansiogeno Ali Adnan. La rete sembra nell’aria, anche se il rigore per fallo di Danilo su Dzeko nasce con la partenza in fuorigioco del bosniaco.

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DAL DISCHETTO – Sbloccato il risultato dal dischetto con Perotti, gli spazi al solito esaltano i ragazzi di Spalletti, che raddoppiano sempre su rigore per un fallo di Badu su Salah. È il minuto 30 e l’Udinese si scioglie. Non sorprende perciò che Nainggolan trovi l’uncino in area per servire Dzeko per il tris e che Perotti imbecchi Salah, mal marcato da Ali Adnan, per il poker conclusivo. Alla resa dei conti, se Iachini può giustamente chiedere meno egoismi al momento dell’approccio al tiro e più solidità mentale, la vetrina è tutta per la Roma. E poiché il cinismo è dote innegabile delle grandi squadre, la squadra di Spalletti è senz’altro candidata a lottare per il titolo, soprattutto se tra due giorni, contro il Porto, santificherà un passaggio a del turno utile a chiedere al mercato una ciliegina sulla torta. La caccia alla Juve stavolta è cominciata davvero.

(Gazzetta dello Sport – M. Cecchini)

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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