Diego Perotti

(Il Messaggero – U. Trani) Il ko di Madrid, il 1° stagionale in Champions, costringe la Roma all’ultimo e decisivo sforzo, il 5 dicembre, all’Olimpico contro il Qarabag. Ai giallorossi, fallito il match ball al Wanda Metropolitano, per andare agli ottavi serve ancora un successo. Teoricamente basterebbe anche un pari, ma l’Atletico, tornato in corsa con questo 2 a 0 e comunque ancora 3°, non dovrà vincere a Londra, nel turno conclusivo, contro il Chelsea già promosso. Simeone, anche da allenatore, supera Di Francesco, sfruttando meglio del collega le sostituzioni nella ripresa.

VOLATA FINALE – La Roma, prima di scendere in campo al Metropolitano, si è ritrovata al 2° posto, dietro al Chelsea che, a fine pomeriggio, ha vinto in scioltezza a Baku contro il Qarabag. Ma solo a metà del secondo tempo si è arresa all’Atletico, pagando la superficialità in alcune situazioni offensive, con Dzeko che non fa gol da 7 gare, e magari pure l’eccessiva rilassatezza di chi si è sentito quasi al traguardo. Oblak non ha fatto nemmeno una parata e questo conferma la scarsa efficacia in attacco dei giallorossi che comunque sono rimasti in partita, controllandola senza correre rischi, per 70 minuti. Adesso, però, si giocherà gli ottavi allo sprint.

GAP AZZERATO – Il turnover di Di Francesco si è fermato, nella circostanza, a 4 innesti: dentro Peres, Pellegrini, Gonalons e Gerson rispettivamente per Florenzi, rimasto a casa, Strootman, De Rossi ed El Shaarawy. Come nel derby, è la catena di sinistra a fare la differenza. Kolarov arriva di corsa, lasciando sul posto Koke, e spesso si sovrappone aPerotti che, comunque, punta sempre Partey, mediano abbassato da Simeone nel ruolo di terzino dopo il forfait di Juanfran. Giallorossi, come al solito, aggressivi e padroni della situazione nel loro 4-3-3. La metamorfosi, ripensando alla gara d’andata del 12 settembre all’Olimpico, è impressionante, anche perché sono passati appena 71 giorni. Il risultato non modifica quanto visto soprattutto nella prima parte. Qui è l’Atletico a subire, abbastanza statico nel suo 4-4-2 e gioca solo sull’errore dell’avversario, cercando di ripartire con Griezmann e Torres. Le chance migliori capitano a Pellegrini e Gerson, il primo aspetta a tirare e viene murato, l’altro calcia alto. Gol a gioco fermo, a fine tempo, di Fernandez che usa il braccio per intercettare il palleggio di Nainggolan e che fa centro da fuori dopo il fischio di Kuipers.

SVOLTA IMPROVVISA – Simeone, dopo l’intervallo, cambia la fascia agli esterni offensivi, piazzando Koke a sinistra e Carrasco a destra. L’Atletico alza il ritmo, ma la Roma non abbassa il baricentro. Manolas blocca, in extremis, l’incursione di Carrasco. La prima sostituzione, Correa per Fernandez, diventerà decisiva. Entra anche Strootman per Pellegrini, fiacco e fuori dal coro, in un assetto che diventa esclusivamente straniero. Nainggolan, con un tiro-cross, colpisce il palo, prima di vedere in campo pure Gabi per Koke e Gameiro per Carrasco. I giallorossi sprecano almeno tre contropiede e assistono all’azione più bella del match che però li punisce: cross dal fondo di Correa e rovesciata vincente di Griezmann che interrompe il digiuno durato 8 partite. L’ultima rete, tra l’altro inutile, il 27 settembre qui contro il Chelsea. Di Francesco prova a riprendersi la qualificazione con Defrel per Gerson ed El Shaarawy per Gonalons, passando al 4-2-3-1. Ma Peres, già ammonito per un fallo su Griezmann, si fa cacciare quando concede il bis su Filipe. In inferiorità numerica il raddoppio di Gameiro che salta anche Alisson e certifica il 1° successo dell’Atletico in questa edizione.



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