NOTIZIE AS ROMA SAMPDORIA – La Roma che torna a vincere nel suo stadio in campionato dopo 43 giorni non è ancora un’entità completa, dalla soddisfacente continuità. Però crede nella crescita, sceglie il giorno adatto per guardare al bilancio autunnale senza dolersi troppo o gettarsi in pensieri catastrofici. Ha otto punti in meno rispetto a un anno fa, però si riporta ai margini della zona Champions, riducendo la distanza dal quarto posto, ora a meno tre.
E mentre in Europa i giallorossi si confermano sulla via della qualificazione, le incrinature nate dalla doppia personalità (grande solo negli incontri internazionali) diventano meno evidenti, sanabili. I 16 gol in casa ne fanno il miglior attacco interno della A. E poi la diversità di soluzioni: 13 marcatori diversi, il dato migliore del campionato, dovuto anche ad alcune riscoperte.
Juan Jesus, che apre toccando un colpo di testa di Cristante che già esultava, non segnava da 2002 giorni. Quindi il 2-0 di Schick: alternativa mai convincente finora per far riposare Dzeko, stavolta Di Francesco si convince, per necessità, per scelta o perché arriva la Sampdoria, da cui è stato preso l’attaccante (per 42 milioni). Gli ex si caricano in queste occasioni, magari Patrik si sblocca.
La stimolazione emotiva non sembra funzionare per oltre un tempo: Schick pare sempre un cigno addormentato, con il collo nascosto fra le piume; galleggia in mezzo all’area, tutti ne vedono la figura ma lui non alza mai la testa, nemmeno per sentire i borbottii quando litiga con il pallone. Ma poi Schick arriva per primo su un servizio di Kolarov e le sentenze diventano applausi. Come quelli per El Shaarawy, delizioso nel terzo centro ed opportunista nel quarto una partita da leader.
(Gazzetta dello Sport)
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